Rapsodie

Michele Sardone
25-01-2016


altL'infinita fabbrica del Duomo di D'Anolfi e Parenti racconta la secolare costruzione del Duomo di Milano, iniziata più di sei secoli fa e non finita nel Novecento, dal momento che, pezzo dopo pezzo, il Duomo è ad oggi sottoposto a un continuo lavorio di restauro.
Nel film si narra anche come sia stato il popolo il vero fautore dell'edificazione, non solo attraverso il lavoro delle braccia, ma anche con le sue donazioni. La bellezza di una chiesa affranca infatti il lavoro dall'utilità cui è legato: se per il mondo della produzione il lavoro è una merce che deve essere sfruttata per l'utile, per il mondo della gloria, invece, la ricchezza ha ragion d'essere solo per cantare la magnificenza del divino e per mettere in contatto, attraverso la realizzazione di opere inutili e in pura perdita (come l'edificazione di un tempio, per l'appunto), il popolo con la divinità.

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Matteo Marelli
17-01-2016


altCome sostiene Tommaso Isabella «Il cinema di Ben Rivers si è sempre mosso sapientemente sulla soglia incerta tra finzione e documentario, nell’intervallo che sta tra intuizione e costruzione» (Isabella). Un posizionamento interstiziale scelto per problematizzare lo statuto dell'immagine, e che rappresenta una delle questioni chiave attraverso cui poter provare a leggere e interpretare molta parte del cinema contemporaneo.

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Luca Romano
21-12-2015

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“- La sopravvivenza è divenuta immortalità, l'eternità si è sostituita al tempo, dopo un millennio di balbettii, l'umanità è pervenuta a inventare l'anima immortale tra il primo doppio e la prima anima la differenza di struttura mentale è assai considerevole... Abbiamo appena considerato le società che ignorano: la prima, il nostro sentimento di destino; la seconda, il nostro sentimento della nascita; la terza, il nostro sentimento dello scambio; l'ultima, il nostro sentimento della morte. Tra gli uomini di cui abbiamo appena parlato e il Greco, l'uomo gotico e noi stessi, cosa c'è di comune?

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Gianfranco Costantiello
14-12-2015

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“Esther, tu existes tellement fort, comme une montagne.
Moi, c’est comme si mon existence ou le monde qui m’entoure tremblotait.
Alors, ça me rassure.
Que tu veuilles de moi ou non, je m’en fiche.
Si tu existes, ça veut dire que je ne suis pas enfermé dans un rêve.
En toi, à tes pieds, je dépose ma croyance.”

(da una lettera di Paul a Esther)

 

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Luigi Abiusi
07-12-2015


altMr. Zhang Believes del cinese Jionjiong Qiu è ulteriore, eccedente conferma di un cinema che riflettendo sulla stringente, ottusa contingenza (nelle cui pieghe si sedimenta l'enunciato politico, civistico, etico), non può fare a meno di riflettere su se stesso, sulle proprie possibilità di essere rispetto al tempo; di riflettersi come dispositivo di inerzie, attriti, parvenze che trovano linfa nella storia (verso cui cerca la massima rispondenza), pur destrutturandola in eco, cicaleccio, intreccio di scene riverberanti (di oscurità e voci, canzoni) in un teatro di posa, quale luogo di composizione ed elezione dell'opera, cioè una sorta di “gioco del mondo”.

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Gemma Adesso
30-11-2015


altNon c’è dubbio che il cinema di Francesco Dongiovanni sia tutto concentrato nella riflessione abissale sul tempo e non c’è dubbio che questa riflessione, travalicando se stessa, investa gli spazi di una memoria sconosciuta per lasciarli riemergere come microcosmi residuali di un’interiorità misteriosa.

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Matteo Marelli, Luigi Abiusi
23-11-2015


altI connotati sono quelli del delirio di tipo kafkiano, non stereotipo, ma radicato alla sostanza ruvida delle cose: dati concreti di fondo, ma amplificati a dismisura, fino a creare un universo in cui la regola è l’eccesso e l'aporia; non una soluzione dei fatti nutriti dalle cose, ma una dissoluzione continua degli eventi; accensione di eventi che si perdono nella continuità audio-video.

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Leonardo Gregorio
15-11-2015


altPegaso, l’Orsa Maggiore, il Dragone, Andromeda… Jay Cavendish è questo: un ragazzo di 16 anni di ricca famiglia che osserva disteso il cielo notturno e le sue costellazioni,  che fa della sua pistola una matita per tracciare da lontano la Cintura di Orione, prima di ripensare ancora a lei, a Rose, contadina,  prima di addormentarsi sul terreno di una terra straniera.

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Valentina Dell'Aquila
09-11-2015


altSolo il corpo ferito esiste
J.B.

La grammatica è una macchina splendente, riflettente, raggiante (che poi la macchina, lo strato veloce, la sezione lamierata, specchiata è sempre, ad esempio: nell'abuso fotografico di porzioni d'alluminio, di riflessi obliqui su automobili lustre, e membrature, e interstizi cromati. Quindi abitacoli, telai, portiere angolate... e nel vetro, nel mezzo, prospettive e cruscotti di luce, lazzi di fori, schizzi e cavità in finiture. «Tutti i termini erotici sono tecnici e il godimento è mediatizzato tramite un apparecchio tecnico, attraverso una meccanica, e si riassume in un unico oggetto: l'automobile»[Baudrillard, 2010]. Questo vuol dire che una nuova edilizia spaziale, un nuovo stato metabolico sgorga dalla macchina, e che nelle sue periferie si situa il nuovo sangue).

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Vincenzo Martino
02-11-2015

alt«In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte» (Nietzsche, Frammenti Postumi)

La realtà è probabilistica, non è determinata a priori, il ruolo dell'osservatore è quindi cruciale. Ogni essere vivente osserva se stesso e il mondo (probabile) che lo circonda; osserva i mutamenti e le circostanze: così facendo presuppone che il suo reale non sia universale, che il suo sia un percorso individuale in un senso unico di marcia costellato da spazi numerati ma ripetuti infinite volte. Questi rappresentano le possibilità di variazione del suo cammino e ad ogni bivio è come se l'essere si scindesse in due storie probabili esistenti, simultaneamente, allo stesso tempo.

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