Uzak 45 | inverno/primavera 2024

Rapsodie

Gemma Adesso
30-11-2015


altNon c’è dubbio che il cinema di Francesco Dongiovanni sia tutto concentrato nella riflessione abissale sul tempo e non c’è dubbio che questa riflessione, travalicando se stessa, investa gli spazi di una memoria sconosciuta per lasciarli riemergere come microcosmi residuali di un’interiorità misteriosa.

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Matteo Marelli, Luigi Abiusi
23-11-2015


altI connotati sono quelli del delirio di tipo kafkiano, non stereotipo, ma radicato alla sostanza ruvida delle cose: dati concreti di fondo, ma amplificati a dismisura, fino a creare un universo in cui la regola è l’eccesso e l'aporia; non una soluzione dei fatti nutriti dalle cose, ma una dissoluzione continua degli eventi; accensione di eventi che si perdono nella continuità audio-video.

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Leonardo Gregorio
15-11-2015


altPegaso, l’Orsa Maggiore, il Dragone, Andromeda… Jay Cavendish è questo: un ragazzo di 16 anni di ricca famiglia che osserva disteso il cielo notturno e le sue costellazioni,  che fa della sua pistola una matita per tracciare da lontano la Cintura di Orione, prima di ripensare ancora a lei, a Rose, contadina,  prima di addormentarsi sul terreno di una terra straniera.

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Valentina Dell'Aquila
09-11-2015


altSolo il corpo ferito esiste
J.B.

La grammatica è una macchina splendente, riflettente, raggiante (che poi la macchina, lo strato veloce, la sezione lamierata, specchiata è sempre, ad esempio: nell'abuso fotografico di porzioni d'alluminio, di riflessi obliqui su automobili lustre, e membrature, e interstizi cromati. Quindi abitacoli, telai, portiere angolate... e nel vetro, nel mezzo, prospettive e cruscotti di luce, lazzi di fori, schizzi e cavità in finiture. «Tutti i termini erotici sono tecnici e il godimento è mediatizzato tramite un apparecchio tecnico, attraverso una meccanica, e si riassume in un unico oggetto: l'automobile»[Baudrillard, 2010]. Questo vuol dire che una nuova edilizia spaziale, un nuovo stato metabolico sgorga dalla macchina, e che nelle sue periferie si situa il nuovo sangue).

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Vincenzo Martino
02-11-2015

alt«In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte» (Nietzsche, Frammenti Postumi)

La realtà è probabilistica, non è determinata a priori, il ruolo dell'osservatore è quindi cruciale. Ogni essere vivente osserva se stesso e il mondo (probabile) che lo circonda; osserva i mutamenti e le circostanze: così facendo presuppone che il suo reale non sia universale, che il suo sia un percorso individuale in un senso unico di marcia costellato da spazi numerati ma ripetuti infinite volte. Questi rappresentano le possibilità di variazione del suo cammino e ad ogni bivio è come se l'essere si scindesse in due storie probabili esistenti, simultaneamente, allo stesso tempo.

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Gemma Adesso
26-10-2015


alt«Aspettiamo che la luce vada via».
Nell’attesa di cui il film si compone, il regista è soggetto-oggetto iperbolico della visione, incluso nell’inquadratura fissa che (lo) contempla e che procede in apparente assenza di direzione; al centro della scena, l’incarnato vivente della sua immaginazione: Lee Kang-sheng è contemporaneamente l’amante confidente, l’interrogato muto, l’oggetto attuale della visione e la proiezione ancora possibile. L’attesa immobile nella luce equivale alla parola detta (di Tsai) e a quella mancata (di Lee), è l’evento puro che non si vede e che, non essendo subordinato al risultato, fa a meno dell’azione1.

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Michele Sardone
19-10-2015


Gli uomini di questa città io non li conosco: eppure Scaldati, come Maresco, sembra conoscere benissimo gli uomini, che siano o meno di una determinata città, regione o nazione. Nel dire di non conoscerli si riflette piuttosto una dichiarazione di distanza, voluta e al tempo stesso subita, che una minoranza pone nei confronti della maggioranza.

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Vanna Carlucci
12-10-2015

altLuccica, il nero. La Folie Almayer si apre così, dentro una musica (wagneriana) dispiegata nella piega arancia delle acque, nel buio arcano della notte e nell’apparente immobilità del fiume. Il buio come presentimento sul limite dell’acqua, tenebra conradiana ai confini del mondo. Lì, nel mezzo, c’è la casa di Almayer, luogo di sospensione, di messa in dubbio, di assenza. Almayer si è perso nel desiderio, perso in un luogo che non gli appartiene ma che in qualche modo lo tiene ancora stretto.

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Luca Romano
05-10-2015

altDel che cosa sia, alla fine, il desiderio per un corpo, Wakamatsu ne ha fatto visione e immagine sino al limite attraverso il quale il corpo scompare. Nella sua produzione, terminata nel 2012 a causa di un incidente, il finale è etereo, in Hotel Blu Kaien tutto ruota attorno all'immagine pura di un corpo, il corpo di Rika, donna immagine, appunto, priva di parola e di volontà che aleggia in virtù degli spettri che da sempre invadono il mondo letterario e cinematografico.

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Matteo Marelli
28-09-2015

alt«Takes a teen age riot to get me out of bed right now»
(Sonic Youth – Teen Age Riot)






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