Speciale Locarno 2014

Giampiero Raganelli

altSoia amara. Così potrebbe intitolarsi, parodiando il film di De Santis, l’opera seconda del regista sudcoreano Park Jungbum, anche attore nei suoi film. Protagonista di Alive è un lavoratore in un piccolo stabilimento, a conduzione famigliare, che produce pasta di soia. La sua ambizione è quella di raggiungere una quota di produzione minima pattuita in modo da affrancarsi da quella condizione e poter migrare nelle Filippine. Ma la fermentazione della soia va a male causa una muffa nera.

Nicola Curzio

vecchiali

«Obscurité, tu seras dorénavant pour moi la lumière» (André Gide)

Una dolce melodia riecheggia in riva al mare, unendosi al suono delle onde che s’infrangono silenziose contro un molo. È l’alba e la luce del sole fatica ancora a riscaldare l’aria gelida lasciata dalla notte. Un uomo, colto di spalle, immobile ai piedi della banchina, con lo sguardo rivolto verso la tavola d’acqua salata, fissa un punto indefinito. La sua mente e il suo cuore, però, sono altrove.

Giampiero Raganelli

OC762527 P3001 184718

Per i pugili di Day of the Fight di Stanley Kubrick si trattava di una giornata di lavoro. Così è per cablatori, facchini, poliziotti, steward, giardinieri, tecnici, tifosi e calciatori nelle ore prima di una partita allo stadio di San Siro, come ritratti da Yuri Ancarani. Una routine stanca che si ripete a ogni incontro che assume la valenza di un rito. Una tipica giornata uggiosa milanese, sullo sfondo l’imponente sagoma dello stadio, con i suoi anelli. La nebbia si confonde con il grigio del cemento armato della grande costruzione. Il giallo degli impermeabili dei cablatori, le ombre sull’asfalto bagnato, e ancora il grigio delle transenne. E poi si passa al verde del prato e al giallo degli spalti.

Nicola Curzio

Nella pancia di un mostro metallico, tra le cupe cavità addominali del suo organismo vivo, nel suo stomaco a ingranaggi, nel suo intestino vibrante, tra membrane molli che si dilatano e si contraggono ritmicamente, tra succhi gastrici ed enzimi digestivi: è in un luogo del genere che si muove, rigida, la telecamera di J.P. Sniadecki, entrata da chissà quale orifizio, come quegli apparecchi sottili e invasivi che la nuova chirurgia medica utilizza per raggiungere le zone più remote del corpo umano. E lentamente, superando lamine e tessuti pulsanti, fra gli stridori del ferro e i gemiti dei macchinari, lo sguardo contratto della mdp torna in superficie e permette di scoprire l’identità di questo essere abnorme e ansimante: si tratta semplicemente di un treno, che sfreccia a tutta velocità nel continente cinese.

Nicola Curzio

altUna giungla incantata e pericolosa. Una donna con il marito. Un bambino e un’adolescente che sembrano fratello e sorella. Un’altra ragazza con due uomini provenienti da un’altra epoca. Colpi di fucile. Una fuga. Una cascata e una tempesta. Amore. Passione. Morte.



Nicola Curzio

ora

Presentato in “Signs of Life”, la nuova sezione del Festival che si propone d’indagare i territori di frontiera del cinema, tra nuove forme narrative e innovazione del linguaggio, l’ultimo film di Hervé Pierre-Gustave, in arte HPG, è un’opera molto personale, quasi un autentico filmino di famiglia, che però ha la capacità di non chiudersi nel suo universo domestico, ma di dialogare con chi guarda, rivelandosi essere «per prima cosa e soprattutto una commedia, realizzata con lo stile di un documentario», per usare le parole dello stesso regista/attore (tratte dall’intervista presente nel pressbook).

Nicola Curzio

La pellicola del brasiliano Gabriel Mascaro, presentata nel Concorso internazionale, curiosamente, comincia con un’immagine simile a una vista in un altro film in corsa per il Pardo d’Oro, il bellissimo Mula sa Kung Ano ang Noon di Lav Diaz. La mdp è fissa e inquadra la prua di un’imbarcazione che scivola lungo un canale, immergendosi in un paesaggio naturale che ospiterà l’intera vicenda e che assumerà, proprio come in Diaz, un ruolo fondamentale. Perché il mare e la terra, in Ventos de Agosto, sono i due poli entro cui si dimena quella forza invisibile e selvaggia, che attraversa e consuma l’immagine, e che il regista sogna di catturare: la forza trainante del vento.

Giampiero Raganelli

La narrazione nel cinema di Lav Diaz funziona secondo processi di condensazione lenta, raggrumandosi progressivamente attorno a quelli che via via si definiscono come i nodi narrativi principali, partendo da un caos indifferenziato di immagini, scene, tessere di un mosaico che piano piano prende forma. Cosa che comporta un ruolo attivo dello spettatore, chiamato a incasellare, mettere ordine, collegare, comprendere i fili narrativi.

Nicola Curzio

Nicola Curzio

Dopo aver prestato il corpo a Jonathan Glazer (Under the Skin) e la voce a Spike Jonze (Her), Scarlett Johansson si immerge in un'altra produzione sci-fi, questa volta inquadrabile nel genere action, seppur vissuto alla maniera di Luc Besson, con una buona dose di umorismo da un lato, e di momenti esistenziali dall’altro. Lucy è l’ultima eroina del cineasta francese cui è affidato il compito di inaugurare la 67a edizione del Festival del Film di Locarno e di stregare il pubblico della Piazza Grande.

Archivio

Teniamoci in contatto