Fabio Lusito
Life’s a bitch and then you die
That’s why we get high
‘Cause you never know when you’re gonna go
(Life’s a Bitch, Nas ft. AZ, 1994)
New York, 1977. Più precisamente Bronx, South Bronx. I primi confusi fotogrammi, che mettono insieme immagini di repertorio ed una New York odierna, accompagnati dalle parole e dai suoni di un rap deciso, racchiudono il significato essenziale di The Get Down: la genesi dell’Hip Hop, una cultura che vede in quei giorni ed in quei luoghi i suoi albori. Un fenomeno che viene fuori dalla disperazione, dalle macerie, materiali e morali, di un Bronx devastato da povertà e delinquenza, ma che ha sempre saputo mantenere sgargianti i suoi colori, di cui emblematico, seppur in contrasto, è il nero della pelle di chi è anima di quelle strade, di quei campetti, di quei palazzoni in fiamme, di quei barber shop, di quel ghetto. Bronx che è vita, è disperata sopravvivenza, che è allo stesso tempo morte, ma pur sempre con quei colori, con i suoi suoni, con i suoi limiti.