Matteo Marelli
«Chi sarà a raccontare. / Chi sarà. / Sarà chi rimane». Questi versi di Giorgio Bezzecchi (originariamente in “romanes”), ripresi da Fabrizio de André per la chiusa di Khorakhané (A forza di essere vento), funzionano come postilla anche per I ricordi del fiume, il documentario di Gianluca e Massimiliano De Serio presentato all’ultima “Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica” di Venezia in una prima edizione di 140’ e proposto ora in sala in una nuova versione di 96’ che meglio mette a fuoco il gesto registico dei due gemelli.
Raffaele Cavalluzzi
Il giovane campione di lotta libera Mark Schultz (Channing Tatum) è un uomo solo. La sua solitudine, dovuta all’assenza dalla sua vita dei genitori subito divorziati, sembra (di fronte agli specchi dei bagni in cui spesso si rifugia a guardare la propria immagine che gli pare forse sempre inespressiva) quasi bloccarlo psicologicamente, sin dall’infanzia, nella forza e nella violenza repressa del suo corpo muscoloso, cresciuto – potente e ottuso – nella pratica dello sport sotto l’affettuosa guida di Dave (Mark Ruffalo), suo fratello maggiore, che gli ha fatto da padre e da partner anche dopo essersi sposato e aver messo su famiglia.