Uzak 45 | inverno/primavera 2024

Rapsodie

Matteo Marelli
20-03-2016


altDi passaggio da Milano, per la promozione italiana di Le mille e una notte distribuito in sala da Milano Film Network, siamo riusciti a incontrare Miguel Gomes. Del film, di cui già abbiamo detto in forma di frammento e pensiero in occasione dell'anteprima allo scorso festival di Cannes, torneremo a parlare, diffusamente, sul prossimo numero della rivista. Intanto, qui di seguito, l'intervista, da cui comunque partiranno le prossime letture che vi proporremo.

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Matteo Marelli
13-03-2016

alt«La questione al centro di Heart of a Dog è: che cosa sono le storie? Come sono fatte e come sono raccontate? Dall’inizio alla fine mi ha guidato lo spirito di David Foster Wallace, il cui “ogni storia d’amore è una storia di fantasmi” è stato il mio mantra.»


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Leonardo Gregorio
07-03-2016


Starlet. Si chiama così il suo cagnolino, anche se è maschio ma non importa. Una starlet è lei, che muove i primi passi e il suo corpo lungo e magro tra i set losangelini del porno con il nome di Tess Steele.





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Valentina Dell'Aquila
29-02-2016


alt«Io non sono mai stato innamorato, sono stato solo malato.»
(A. Ż.)


Naturalmente di tutti quei rovesci votati all'annientamento – a quello stato insomma che si fa cadavere dell'altro, nevrosi – ora non resta che una pallida risonanza. E quel che pareva essere rapacità per l'osceno, per il mostruoso, secrezione, mutilazione, bestiame, ora qui è candore.

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Vincenzo Martino
22-02-2016

alt«L'assurdo è la lucida ragione che constata i suoi limiti»
(Albert Camus)

Edgar, da sempre cameriere di un decadente ristorante, è infelice. I suoi giorni si avvicendano sempre uguali tra sofferenze e umiliazioni: sua moglie è malata e lo tradisce con il dottore, i clienti lo insultano e malmenano, la sua amante possessiva lo perseguita. Decide dunque di bussare alla porta dello “sceneggiatore”, colui che sta (ri)scrivendo la storia della sua vita.

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Cecilia Ermini
15-02-2016


altNel segno di membra implose, di prigioni della carne, si apre lo schermo di Antonia su L'ombre di Rodin ed è subito specchio, epifania, dialogo impossibile fra due anime già rassegnate all'immobilità, alla tragedia. La statua e Antonia Pozzi, fanciulla in fiore colta nelle tormente adolescenziali, nell'apparente semplicità dei suoi sedici anni: famiglia, risate argentine con le compagne di scuola, studio “matto e disperatissimo”, bagliori d'amore, nelle segrete del suo animo dove accarezza desideri, afflati, sogni di culla e nell'austerità sconfinata della pagina bianca che affida una voce, con afflato quasi religioso, al suo pensiero.

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Vanna Carlucci
05-02-2016


altThe Assassin è un film che fa male in questo suo farsi lama sottile e spietata: il taglio che genera è un batter di ciglia che capovolge lo sguardo, il mondo risucchiato nelle orbite per farsi di piombo.





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Nicola Curzio
01-02-2016

alt

Tutto ciò che ho praticato finora, lo chiamo opera
d’amore…
Medea sono adesso,
cresciuta è la mia natura
grazie alla sofferenza.

(Seneca, Medea)

 


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Michele Sardone
25-01-2016


altL'infinita fabbrica del Duomo di D'Anolfi e Parenti racconta la secolare costruzione del Duomo di Milano, iniziata più di sei secoli fa e non finita nel Novecento, dal momento che, pezzo dopo pezzo, il Duomo è ad oggi sottoposto a un continuo lavorio di restauro.
Nel film si narra anche come sia stato il popolo il vero fautore dell'edificazione, non solo attraverso il lavoro delle braccia, ma anche con le sue donazioni. La bellezza di una chiesa affranca infatti il lavoro dall'utilità cui è legato: se per il mondo della produzione il lavoro è una merce che deve essere sfruttata per l'utile, per il mondo della gloria, invece, la ricchezza ha ragion d'essere solo per cantare la magnificenza del divino e per mettere in contatto, attraverso la realizzazione di opere inutili e in pura perdita (come l'edificazione di un tempio, per l'appunto), il popolo con la divinità.

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Matteo Marelli
17-01-2016


altCome sostiene Tommaso Isabella «Il cinema di Ben Rivers si è sempre mosso sapientemente sulla soglia incerta tra finzione e documentario, nell’intervallo che sta tra intuizione e costruzione» (Isabella). Un posizionamento interstiziale scelto per problematizzare lo statuto dell'immagine, e che rappresenta una delle questioni chiave attraverso cui poter provare a leggere e interpretare molta parte del cinema contemporaneo.

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