Starlet. Si chiama così il suo cagnolino, anche se è maschio ma non importa. Una starlet è lei, che muove i primi passi e il suo corpo lungo e magro tra i set losangelini del porno con il nome di Tess Steele.






Ma al di qua del cinema e della sua finzione, Tess è Jane, bionda ventunenne arrivata dalla Florida in California, nella San Fernando Valley: vive in affitto da Melissa e Mikey, fidanzati, anche loro in cerca di fortuna e denaro nella galassia hard. I soldi, subitanei prima del successo, piovono in testa a Jane un giorno che è uscita per fare acquisti negli yard sales, i mercatini in giardino con cui gli americani si disfano delle loro vecchie cose. Compra un thermos da un’anziana signora, ma al suo interno scopre diversi rotoli di banconote, diecimila dollari circa. La starlet è corpo ma anche e soprattutto cuore, il senso di colpa la riconduce dalla donna, Sadie, sola e vedova, intenzionata a restituirle ciò che è suo. L’avvicinamento è per gradi di aderenza, prossimità, solitudini, un passaggio in auto, un sabato pomeriggio immobile al Bingo tra vecchi solitari e intontiti, fiori da cogliere in un giardino inselvatichito come Sadie che si circonda di erbacce e rami perché la proteggano dagli altri, fiori da portare sulla tomba di suo marito, tra una colazione e una visita allo zoo chiuso ormai da decenni, ché il tempo non aspetta ed, anzi, passa e appassisce. È cinema infuso di verità, che cammina sul confine del reale, da esso si lascia sorprendere.

Starlet, di Sean Baker (nato a New York nel ’71, tra i  lavori precedenti Four Letter Words, Take Out a quattro mani con Shih-Ching Tsou, Prince of Broadway e, suo ultimo film finora, realizzato con un iPhone 5, l’ottimo Tangerine, lanciato dal Sundance 2015), è la storia di un incontro tra vettori transeunti di facce, corpi, parole. E di parti intime. Ma Jane che diventa Tess (interprete è la bellissima Dree Hemingway) -  ora in  un set condiviso con un vero divo del settore (Manuel Ferrara), ora in una fiera dedicata all’industria porno -  è solo sostanza narrativa che può attendere per essere svelata, una figura che il racconto, che la drammaturgia si permette di scoprire molto tardi, concedendole solo la spazio che serve, quello necessario. Perché è fuori, sotto un cielo dove il sole splende sempre ma di una luce lattiginosa, indifferente, che il regista e il suo sceneggiatore Chris Bergoch tracciano l’impossibilità per Jane e Sadie di dare misura al mondo, a sé stesse, la mancanza di un posto in quel mondo; le loro due protagoniste non lo sanno ma sono disappartenenze in questa America seduta sul divano davanti alla TV, tra fumate e sniffate, a sparare ai cattivi abitanti di una console Xbox; sono il sogno di andare a Parigi, città che Sadie dice di amare senza esserci mai stata, solo perché il cinema, perché Fred Astaire e Audrey Hepburn gliel’hanno mostrata in Funny Face. Jane e Sadie sono la verità del film, il desiderio di un senso, un sentimento che non può darsi certezze, le emozioni che non possono radicarsi come vorrebbero nel gesto.

E Starlet è in fondo un’attesa, quella di un movimento, di una vita, forse la prima volta per Jane  e di certo l’ultima per Sadie, di uno spazio da sentire finalmente reale, vivo, libero. E alla fine la possibilità è quella di partire per una settimana, grazie a quei soldi dimenticati in un thermos, di prendere un aereo e di andarci insieme a Parigi in prima classe, senza che la tour Eiffel debba più essere soltanto imprigionata in una palla di vetro innevata sul mobile di una casa invecchiata con la sua padrona. Alla fine,  soprattutto, poco prima dei titoli di coda sapremo di più della storia di quell’anziana donna, ma scopriremo soprattutto che gli occhi di Jane non li avevamo visti mai prima davvero. Quello che il cinema a volte riesce a fare. I suoi occhi per e con Sadie, interpretata splendidamente da Besedka Johnson, stella di un momento, al suo primo e unico film, spentasi nel 2013 a 87 anni, dopo che quel suo sogno di gioventù - il cinema, il grande schermo, un pubblico a guardarla - era diventato realtà.





Titolo: Starlet
Anno: 2012
Durata: 103'
Origine: Usa, Regno Unito
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Produzione: CRE FILM, CUNNINGHAM & MAYBACH FILMS, FREESTYLE PICTURE COMPANY

Regia: Sean Baker

Attori: Dree Hemingway (Jane), Besedka Johnson (Sadie), James Ransone (Mikey), Stella Maeve (Melissa), Karren Karagulian (Arash)
Sceneggiatura: Sean Baker, Chris Bergoch
Fotografia: Radium Cheung
Montaggio: Sean Baker
Costumi: Shih-Ching Tsou
Musiche: Manual

Riconoscimenti

Reperibilità



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