Uzak 45 | inverno/primavera 2024

Rapsodie

Sergio Grandolfo, Matteo Marelli
21-05-2016


alt«Il Purgatorio è un transito. Un passare. Uno sconfinare. E Napoli – come ci ricorda Enzo Moscato – è sempre stata una città di profondi sconfini. Non soltanto architettonici [...]. Si potrebbe dire che Napoli è un’espressione, non tanto metaforica, ma proprio fisica, concreta, della purgatorialità».

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Sergio Grandolfo
16-05-2016

altTempo e corpo, figura dell’assenza

Quella di Hou Hsiao-Hsien è un’immagine che si muove per mancanze, per assenze, va e viene lungo l'annerimento di gallerie e barbagli antelucani (Dust in the Wind), che ritornano (Goodbye South, Goodbye); scorre attraverso lumi e fumi d’oppio, tra battiti di palpebre (Flowers of Shanghai) che assopiscono la luce. Fluisce notturna, cadenzata da neon che fuggono dentro gli occhi, voltati a scrutare in volto lo scorrere lucente del tempo nel breve e lacerato tempo della carne, dando vita ad un’immagine discontinua, a salti1, per poi dissolversi, cadere nel buio (Millennium Mambo). Sono queste cadenze (dell’immagine) a lenire (e desiderare) la ferita della luce, come se fosse l’immagine a guardare, a battere le sue palpebre, ad annullare le distanze che separano luoghi e tempi, e a ricongiungere l’incessante vagare dei corpi, smagati ma desideranti per viali, paesaggi ed epoche Taiwanesi.

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Luigi Abiusi
02-05-2016

altSalpato da un porto di luccicanze, crepuscolo elettrico, cigolante già il proprio non essere più, la propria evanescenza accesa nel tremolio dei fari, Dead Slow Ahead è ecosistema di galleggiamento, di deriva, protratta avaria in acque morte. Vive in una massa, un’inerzia d’acqua-tempo stagnante nonostante il moto ondoso che si vede dagli spiragli dell’inquadratura: mare aperto e spume, fino a banchi d’acqua colloidale, che si muovono lentamente in una plaga bianca, come intima ossessione, lo slow, dello sbaraglio del mare.

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Gemma Adesso
25-04-2016

alt

Al loro spirito che aleggia, ad arte.

Cosa urge? È la domanda che tormenta «tutti quelli che si chiedono».
Cosa è Urge? Teatro, cinema o la domanda stessa che azzera il verbo per eccellenza.
Urge l’impossibilità di dire e di rappresentare uno qualsiasi tra i sensi se contemporaneamente accade di annegare e di asfissiare nei barconi o nel recinto che definisce la pericolosità di un essere. L’essere umano immerso in questa vastità c’entra quanto tutto il resto, che sia sogno o reale/leale, il suo voto è una para opinione (un letterale paradosso), la possibilità di una conoscenza alternativa. Scrivere di questa urgenza indicibile equivale ad assumersi il rischio della caricatura, perché la narrazione smagliata di Bergonzoni e la prospettiva multipla di Rodolfi si negano ostinatamente ad ogni interpretazione.

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Vanna Carlucci
18-04-2016


altSembra quasi che - nel cinema di Philippe Cote - l’occhio vaghi dentro uno spazio che ha fatto del tempo la propria estensione, un tempo che fa da sfondo al fondo dell’immagine: un movimento accelerato che diventa curvatura, torsione brulicante nella grana della superficie materica, dell’immagine che affiora dal proprio supporto, la pellicola.


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Luca Romano
11-04-2016

altIl movimento perpetuo della macchina culla il sonno dei passeggeri, gli spazi onirici che divagano tra le immagini che scorrono nel finestrino e i pensieri che si riflettono come le immagini nel vetro. Gli occhi di una bambina affrontano il passaggio con il sonno, la bocca si apre e il respiro diventa ritmico, ci si lascia cullare al di là dei paesaggi che la macchina attraversa.

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Gianfranco Costantiello
04-04-2016

fragil

«Terrore di amarti in un posto così fragile come il mondo
pena di amarti in questo luogo di imperfezione
dove tutto ci spezza e ammutolisce
dove tutto ci mente e ci separa».

Sophia Mello Breyner Andresen


 

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Matteo Marelli
20-03-2016


altDi passaggio da Milano, per la promozione italiana di Le mille e una notte distribuito in sala da Milano Film Network, siamo riusciti a incontrare Miguel Gomes. Del film, di cui già abbiamo detto in forma di frammento e pensiero in occasione dell'anteprima allo scorso festival di Cannes, torneremo a parlare, diffusamente, sul prossimo numero della rivista. Intanto, qui di seguito, l'intervista, da cui comunque partiranno le prossime letture che vi proporremo.

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Matteo Marelli
13-03-2016

alt«La questione al centro di Heart of a Dog è: che cosa sono le storie? Come sono fatte e come sono raccontate? Dall’inizio alla fine mi ha guidato lo spirito di David Foster Wallace, il cui “ogni storia d’amore è una storia di fantasmi” è stato il mio mantra.»


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Leonardo Gregorio
07-03-2016


Starlet. Si chiama così il suo cagnolino, anche se è maschio ma non importa. Una starlet è lei, che muove i primi passi e il suo corpo lungo e magro tra i set losangelini del porno con il nome di Tess Steele.





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