La Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro ospita in questi giorni Robert Todd e una serie di appuntamenti e incontri sul suo cinema; a tal proposito ricordavo una bellissima intervista, forse una delle poche fatte a Robert Todd, quella con Mike Hoolboom. L’intenzione, o meglio, la definizione di questa intenzione sul cinema di Todd, trascende la stessa possibilità critica sulla sua opera. Non è soltanto per l’ingovernabilità, per quest’anarchico riportare la natura così come natura è (e cioè storia, spreco, oblio). Perché somiglia al caso, alla provvidenza, alla natura viva e morta; somiglia al tentativo, all’evento, all’insufficiente. In altri termini: l’impossibilità di una critica starebbe a preservarne l’esperienza. Non una esperienza umana, sia chiaro, o del post-visibile, o come comunemente si dice: esperienza lirica. No (quanto più dimentico, tanto più sono - natura).
Tornando a Hoolboom, quello di Todd sarebbe un cinema dell’ecologia, un manifesto dei cambiamenti climatici, cui unico strumento sarebbe l’attenzione; parla di prospettiva post-umana, di uno sguardo post-umano, pre-politico, di una camera che collabora con la sua materia come una ferita d’argento che si apre, e si apre di nuovo, e che respira. Forse in Speak: when there are no words (1997) si racconta davvero l’espropriazione di questa parola (che non si vuole), la caducità del verbale: “sono consapevole del mio mondo come uno spazio interno di "non-parole. In realtà ho difficoltà a generare parole che corrispondano la ricchezza e la stranezza di pensiero”. Quel processo di dissoluzione, di degenerazione della parola, di distanza da questa (bocca) - e tuttavia lo stesso interesse per la sua organicità , per la sua manifestazione spirituale, per il suo essere acquatico in Speak e cementificarsi - è, e sarà sempre il maggiore grado dell’insufficiente, perciò immagine.
Il Comune di Pesaro - Assessorato alla Bellezza e la Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
presentano
Robert Todd Lost Satellite
un programma di proiezioni dei film di Robert Todd che incontrerà il pubblico martedì 11 ottobre a Pesaro mentre lunedì 10 ottobre sarà il pomeriggio dedicato a un workshop con il cineasta e la sua Bolex 16mm, alla scoperta del suo metodo di ripresa: il punto di vista, l’osservazione, l’attesa, la luce, la distanza dal soggetto, in dialogo e confronto con i partecipanti.
Il workshop è gratuito, con un numero massimo di 12 iscritti.
Iscrizioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. (inviare mail di iscrizione dal 1° ottobre, specificando nell’oggetto ‘Workshop Todd’ e inserendo nel corpo della mail i propri dati anagrafici, il recapito telefonico e postale. Le iscrizioni verranno accettate in ordine cronologico e fino ad esaurimento posti).
Qui di seguito tutte le informazioni sulle due giornate pesaresi e su quella milanese del 12 ottobre.
Robert Todd Lost Satellite
Pesaro, lunedì 10 ottobre
ore 14/18 workshop con Robert Todd
Pesaro, martedì 11 ottobre
Sala Pasolini / Cinema Sperimentale Piazza del Popolo
ore 17.30 incontro con Robert Todd
ore 21.00 proiezione
Cathedral 16mm, 20’ / Slow rise 16mm, 7’ / Summer light 16mm,15’
Summer’s eve hd, 6’ / Riverside hd,14’ / Passing 16mm, 4’
Golden hour 16mm,16’ / Cove 16mm, 7’
Milano, mercoledì 12 ottobre
NABA Nuova Accademia di Belle Arti Via Darwin 20
ore 15/17 incontro con Robert Todd
O’ Via Pastrengo 12
ore 20.00 proiezione
Threshold 16mm,19’ / Repair 16mm,14’ / Antechamber 16mm,11’
Dew 16mm, 3’ / Fountains of youth 16mm, 20’ / Interplay 16mm, 6’
Free forms 16mm, 9’ / Falling 16mm, 6’
COMUNE DI PESARO Assessorato alla Bellezza
MOSTRA INTERNAZIONALE DEL NUOVO CINEMA
a cura di Mauro Santini e Gianmarco Torri
con la collaborazione di Tommaso Isabella
media partners: filmidee.it - uzak.it
Info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. / milano: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Si potrebbe dire che Centro Historico è un film che si sviluppa su quattro capitoli-organi interni, ognuno girato da un diverso grande regista (Aki Kaurismaki, Pedro Costa, Manoel de Oliveira e Victor Erice): si tratta, di fatto, di quattro micro film aventi ognuno un proprio titolo ma che insieme si riaccodano ad un nucleo centrale che è appunto: Centro Historico.
Ho spartito con i mortali un dono degli dèi; per questo fui inchiodato al mio destino.
Cercai la scaturigine segreta del fuoco che si cela nel midollo della canna, maestro d’ogni arte, via che si apre.
Questo fu il peccato di cui pago la pena inchiodato e in catene in faccia al cielo.
(Eschilo, Prometeo Incatenato)
Sono molti mesi che Anders (Anders Danielsen Lie), 34 anni, cresciuto da genitori progressisti, non fa più uso di droghe, anche un semplice bicchiere di birra pare un ricordo lontano, restano solo le sigarette. Sono i suoi ultimi giorni in un centro di disintossicazione nelle campagne fuori Oslo; dall’ultima seduta di gruppo emergono le paure di chi, come lui, si appresta a ritornare all’esterno, al mondo. Anders invece trattiene tutto; poche ore prima ha tentato di ammazzarsi in un lago, con giacca e braccia cariche di pietre, ma qualche istante dopo è riemerso dall’acqua a respirare. Questo, però, nessuno lo sa. C’è un colloquio di lavoro in città – per una redazione – che lo aspetta: scrive molto bene, ma non lo fa da anni. L’incontro va male a causa sua, ma quelle ore saranno soprattutto un ritorno, tra deambulazioni e fermate, a persone, luoghi, ricordi fondamentali della sua esistenza.
«Non siamo qui a rievocare un passato tanto glorioso quanto irrimediabilmente finito. Qui, a Palazzo Te, sotto lo sguardo esigente di illustri testimoni, che hanno segnato, confermandolo e rigenerandolo, l’arcaico patto tra antichi uomini e antichi cavalli, si celebra un rito a evocare il futuro».
GLF
A Mantova, a Pallazzo Te, è appena andata in scena La Cerimonia del Sé, spettacolo di teatro barbarico della Libera Compagnia di uomini, cavalli e montagne. Abbiamo incontrato, qualche settimana fa, Giovanni Lindo Ferretti, che di questa Corte Transumante è voce e parola.
«Uno dei più grandi misteri è il motivo che induce migliaia di persone a passare i loro fine settimana estivi in ex campi di concentramento guardando forni in un crematorio» (Loznitsa). Sintomo di un imperialismo che è guerra spirituale, il turista, privo di una reale consistenza corporea, è un fantasma ossessionato da rovine, in cerca di cultura, di spettacoli di una cultura: non è davvero lì, si muove attraverso astrazioni, defunte iconografie, raccogliendo immagini anziché esperienze, e la vacanza non è che una nuova miseria sulla miseria altrui (cfr. Bay).
«Le cinéma est un art d'une fantomachie, si vous voulez, et je crois que le cinéma quand on ne s'y ennuie pas c'est ça, c' est un art de laisser revenir les fantômes» (Jacques Derrida)
«E quando furono saziati, disse ai discepoli: “raccogliete i pezzi avanzati che nulla si perda”.»
Giovanni, 6:12
È un movimento embrionale che sta per darsi mentre qualcos’altro è in procinto di giungere, il film di Alessandro Comodin; occhi aperti e in attesa, il tempo di una rincorsa e i I tempi felici verranno presto. Il plurale preannuncia un salto temporale, un varcare soglie e confini per ritrovarsi in età differenti che scorrono sempre in avanti, in un utopico futuro proiettato per aria.
È possibile che la comunicazione avvenga attraverso i sensi di cui ogni uomo è dotato, tuttavia è possibile anche che questo non avvenga, che qualcosa non funzioni in chi comunica, in chi riceve il messaggio o nel tramite, la letteratura filosofica (e non solo) a riguardo è molto ampia. I punti di rottura di una comunicazione possono essere molteplici e ognuno di questi può non essere il solo.