, N.D.
«Wir sind Fantome»
(Carl Einstein)
Connettere parola e immagine, su cui teorizzava Hervé Guibert caricando di segni quel luogo intermedio di gestazione dell’opera che si identifica, nonostante il vuoto, con il “traghettamento” tra essa e la scrittura, si lega alla percezione di un attraversamento del buio, di quello che Emanuele Trevi nell’introduzione a L’immagine fantasmadefinisce «spazio narrativo» mentre cita, oltre Nadjadi André Breton, La camera chiaradi Roland Barthes.