risultati per tag: bertrand bonello

  • Certo, questa invasione delle prenotazioni telematiche (che ti mettono in uno stato parossistico d'ansia già mesi prima della Mostra); la nuova prassi delle file virtuali; la coartazione a stilare un programma di visioni giorni e giorni prima delle proiezioni, senza la possibilità di improvvisare, cambiare idea all'ultimo momento, lasciarsi sorprendere da un film inatteso, impensato ecc.; il disappunto di fronte al messaggio uno e trino sul telefonino, di sale esaurite - ma poi... arrivi in una sala data per gremita e ti accorgi che è quasi vuota (ad esempio non sono riuscito a vedere un solo film della SIC quest'anno: erano proiezioni inaccessiabili, ma anche lì, dice: molti posti vuoti) -; insomma tutto questo incrina l'idea che si aveva dei festival cinematografici fino a tre anni fa.

  • C'è una sequenza, in Zombi Childdi Bertrand Bonello, frenetica, dai ritmi convulsi e spezzati, quella dell'incantesimo voodoo finale, in cui luoghi e momenti lontani si giustappongono, nel film due secoli differenti, contorcendosi su una linea temporale immaginifica, appannaggio puro della dimensione surreale, nel senso di un qualcosa che transita sopra la realtà effettiva, cui fa capo tutto l'andamento del film.

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