risultati per tag: Marilea Laviola

  • I film come Ariaferma, densi, spessi, stratificati come murature, tutti in preda a una dialettica interna che sfuma, anzi trascende verso il riverbero, il bisbiglio, il sibilo segreto, terreo, tufoso delle cose, tra le cose, tra i volumi, metri cubi di spazio (cinematografico); si sedimentano nel tempo, detriti di materia immaginativa – già all'inizio, il costone, la nebbia, il canto corale che s'espande vaporoso, cioè gli elementi costitutivi dell'immagine –, caduti dai muri scalcinati e depositati nel tempo, e non smettono di dire, di risuonare anche dopo le prime visioni in sala.

  • L'energia della bugia, della finzione – le verità più recondite emanate dal falso, dall'artefatto; Nietzsche, poi Heidegger la chiamavano «poesia»: il finto, foss'anche barocco, l'evocazione di mondi, infraregni di fantasia – è il motore di Mediterranean Fever di Maha Haj, film palestinese in sala da oggi (premiato a Cannes) che però ha poco di palestinese, di quello che uno si aspetterebbe da un film palestinese, cioè storie di terre e libertà, di popoli invasi e resistenti di fronte al prepotente.

  • Abbarbicato agli schermi, alle sale, al terreno accidentato dell'offerta cinematografica di questi ultimi tempi, proprio come una capra che s'aggrappi a un costone o stia in piedi, ritta, fiera, su un tavolo Il buco, vincitore del Premio speciale della Giuria all'ultima Mostra di Venezia, non manca di far sentire ancora la propria presenza sulla scena cinematografica italiana oltre che su quella internazionale, essendo stato atteso peraltro per undici anni da chi nel 2010 restò folgorato dalle Quattro volte.

  • Un mondo riemerso, ancora fradicio, grondante – rivoli, gore, ampie pozzanghere nella plaga sabbiosa, tra i ruderi vegetativi –; mondo sonante d’archi – pieni di umori, di un che di ventoso, di febbrile, tutt’uno con l’aria igroscopica –, evocato, tratto non solo dagli spazi sommersi, ma anche dai baratri temporali, quelli del passato, ossessione per «l’uomo di immaginativa e di sentimento nel tempo del suo entusiasmo» direbbe Leopardi.

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