MudArkansas. Due adolescenti in cerca di avventura, un misterioso fuggitivo e la sua donna. Tre destini che si incrociano sullo sfondo di un fiume che fa da protagonista come silenzioso testimone di segreti, ansie di fuga, promesse d'amore e speranze di salvezza.



«Nessun uomo è un'isola? Adesso siamo tutti isole... parti di un mondo fatto di sole isole».
(Fear and Desire, S. Kubrick)

Mud come fondo limaccioso. Mud come torbido inganno, peccato da lavare. Mud come favola nera dai contenuti “edificanti” e dalle figure esemplari: il buon selvaggio (bugiardo ma anche eroe); il ragazzo giusto e coraggioso; la femmina portatrice di guai; infine, la serpe velenosa. Una piccola comunità della più profonda provincia americana del Sud, popolata da pescatori, “lupi solitari” e orfani, vive in simbiosi con il fiume che l'attraversa, il Mississippi, su boat-house di legno in attesa di demolizione. Nel buio laughtoniano della notte, lo specchio d'acqua immobile e vischioso accoglie chiatte costruite su palizzate o baracche poco distanti dalla riva. Intorno a loro il niente (o quasi): ampie strade costeggiate soltanto da rimesse di barche, bar, motel e grandi magazzini. In una desertificazione dello spazio che ricorda molto da vicino il “non-paesaggio” descritto da Soderbergh in Bubble (2005).

Il luogo per antonomasia della solitudine è comunque l'isola, che rifulge in tutta la sua incontaminatezza. Nel percorso che i due ragazzi, Ellis e Neckbone, compiono per approdare alla loro oasi preferita a bordo di un piccolo motoscafo, la mdp ci inoltra prima tra gli arbusti della foresta per poi, una volta lasciato il delta del fiume, allargare il suo sguardo ad una natura selvatica, in mezzo a lembi di terra desolata arsi da un sole abbacinante, tra insetti, serpenti, ragni e stormi di uccelli. Ecco che il rapporto tra personaggi ed ambiente si afferma in maniera preponderante come già era accaduto in Take Shelter (2011), con dinamiche di protezione e assoggettamento sempre a favore del contesto naturale. E l'ottima fotografia di Adam Stone le asseconda efficacemente con momenti di sovraesposizione che esaltano l'immensità degli spazi aperti, alternati a interni chiaroscurali densi di tensione psicologica.

Dicevamo - all'inizio - di come il terzo lungometraggio di Jeff Nichols assuma a tratti i contorni di una fiaba, o meglio, di un racconto di avventura. In effetti, una delle prime immagini del film, cioè una vecchia barca incastrata tra i rami di un albero, diventa l'oggetto del desiderio (di solitudine): i due ragazzi fantasticano di farne il loro rifugio segreto. Ma, non potendo occuparla subito perché ci si è già insediato il misterioso Mud, la “barattano” con una partita quotidiana di viveri da consegnare all'uomo. La tanto agognata barca, da oggetto di scambio, si tramuta alla fine in strumento di redenzione: sarà infatti grazie a questa se, nel finale, il protagonista riuscirà a fuggire, ancora una volta, con la complicità del suo amico Tom, ex cecchino dell'esercito dalle rassicuranti sembianze paterne.

Ma chi è veramente colui che si fa chiamare “Mud”? Un pericoloso criminale ricercato dalla polizia? L'ennesimo homeless prodotto dalla crisi economica? Oppure un semplice innamorato pronto a tutto pur di difendere la sua donna? In realtà non abbiamo molte informazioni su di lui, se non quelle che trapelano per bocca di chi lo conosce bene, come lo stesso Tom e la sua compagna Juniper, costretta a vivere da “prigioniera” in un motel sotto le minacce di Carver, una specie di cowboy in cerca di riscatto per l'omicidio del fratello (ucciso proprio da Mud). Lui, intanto, alla sua prima apparizione sulla spiaggia inquieta quanto basta (pistola infilata nei pantaloni e volto severo, imbrattato di fango di un Matthew McConaughey particolarmente tirato), ma non al punto da scalfire la fiducia del quattordicenne Ellis.

Il ragazzo, che aiuta il padre a consegnare pesce a domicilio, si trasforma presto nel suo “messaggero d'amore”: il punto di congiunzione tra due destini in pericolo di vita. L'involontario protagonista di un romanzo di formazione. Il giovane è l'unico a credere a Mud, ai suoi racconti notturni ascoltati davanti al fuoco (unica luce che illumina anche la barca producendo un effetto irreale, appunto da favola). L'uomo gli rivela di essere stato morso da un serpente a 10 anni e di essere stato salvato in quell'occasione proprio dalla sua fidanzata. Ed Ellis, che contemporaneamente assapora le prime delusioni sentimentali per mano di una ragazza più grande, lotta strenuamente per difendere la loro relazione, a costo di rimediare un pugno in faccia dal villain Carver, di diventare un bugiardo e un ladro. E a costo di rischiare la morte, di nuovo per colpa di una natura infida, che punisce con le sue creature velenose. Quando lui e il suo amico sorprendono Juniper con un altro uomo in un bar per motociclisti, nel primo piano del sensibile Tye Sheridan (The Tree of Life e Joe, per il quale ha vinto il premio Mastroianni quest'anno a Venezia) c'è disegnata tutta la delusione di chi crede veramente nell'amore.

Jeff Nichols, che dimostra di saper dirigere i suoi attori con indubbia personalità, si spinge fin nelle viscere dell'anima americana e, al pari dello zio di Neck, Galen (un Michael Shannon dotato di muta e di una curiosa maschera da sub ricavata da un bidone di latta), “pesca” ciò che resta adagiato sul fondale del fiume. Non solo perle, bracciali, lampadari o chincaglierie varie, ma tracce di esistenze sporcate dal fango, impantanate nella palude. L'autore costruisce una storia d'amicizia e innocenza perduta ispirata all'universo di Mark Twain, che abbraccia con agilità narrativa diversi registri. Con una predilezione finale per il noir, dove confluiscono corruzione, onore, sangue e desiderio di vendetta. L'assalto alla casa di Ellis (dove è nascosto Mud) da parte dei sicari di Carver, assoldati dal padre-boss dopo una riunione con tanto di preghiera in ginocchio per l'assassino del figlio, si risolve in massacro. Con un colpo di scena: l'anziano dirimpettaio Tom è il deus ex machina. Ma non è il solo. Mud, per sfuggire al suo carnefice, decide di gettarsi nel fiume. Quello stesso fiume che, ancora una volta, protegge, nasconde. Salva.





Titolo: Mud
Anno: 2012
Durata: 130
Origine: USA
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: (1:2.35)
Produzione: BRACE COVE PRODUCTIONS, FILMNATION ENTERTAINMENT, EVEREST ENTERTAINMENT

Regia: Jeff Nichols

Attori: Matthew McConaughey (Mud); Tye Sheridan (Ellis); Jacob Lofland (Neckbone); Reese Witherspoon (Juniper); Sarah Paulson (Mary Lee); Ray McKinnon (Senior); Sam Shepard (Tom Blankenship); Michael Shannon (Galen); Paul Sparks (Carver); Joe Don Baker (King); Johnny Cheek (Kyle); Bonnie Sturdivant (May Pearl); Stuart Greer (Miller); Clayton Carson (Pryor).
Sceneggiatura: Jeff Nichols
Fotografia: Adam Stone
Musiche: David Perkins
Montaggio: Julie Monroe
Scenografia: Richard A. Wright
Arredamento: Fontaine Beauchamp Hebb
Effetti: Everett Byrom

Riconoscimenti

Reperibilità


http://www.youtube.com/watch?v=OSLYyPK2vsc

Tags: