Dei bambini partono alla ricerca del punto più alto da cui guardare l’incrocio dei treni a una velocità che realizza miracoli.
«Niente accade in contrasto con la natura, anzi essa mantiene un ordine eterno fisso e immutabile».
(Spinoza)
La ricerca del punto più alto non è solo metafora della crescita, ma conquista di un orizzonte prospettico dal quale guardare per la prima volta il mondo nell’attimo che precede la sua dissoluzione. Visto da lì l’orizzonte assume tutte le forme delle possibilità non ancora realizzate e che l’esperienza non ha fatto in tempo a disattendere. Diventare grandi significa scegliere una dimensione tra un milione: se la crescita è la distanza che i desideri urlati percorrono nel vuoto alla velocità della luce, la maturità è lo spazio lontanissimo che esonda di aspettative silenziose.
Da quel punto più alto l’esplosione non si è ancora compiuta, Hiroshima Fukushima e il vulcano Sakurajima mandano segnali fumosi e indecifrati. La lontananza da casa misura il senso della mancanza e la paura dell’abbandono, come in Nobody knows, si traduce in ricerca del significato delle scelte degli altri: per il piccolo Koichi la separazione dei genitori è incomprensibile quanto la costruzione delle case sulle pendici di un vulcano attivo. Forse si può credere che le forze della natura siano complici del ricongiungimento e che il vulcano rappresenti la possibilità di un ritorno all’ordine.
Finché si crede, la mancanza è vissuta con gioiosa vitalità perché circoscrive una distanza raggiungibile che si lascia indovinare in un disegno animato, nell’incrocio di velocità impossibili da seguire con lo sguardo, nell’incontro di due fratelli. L’attesa è precisamente lo spazio dei desideri, il punto più alto in cui si conquista quella fiducia incondizionata per una realtà improbabile.
L’improbabile non esiste ancora, i desideri sono possibilità perseguibili che non conoscono la tristezza del fallimento. In quell’attimo esatto, nel preciso punto spaziale del ricongiungimento l’attesa viene liberata, al vento si affidano i miracoli e al silenzio la rinuncia.
Il miracolo è accorgersi che il mondo continua ad essere nella ripetizione di brevi durate nonostante l’imminenza della catastrofe.
Ora che l’incrocio dei treni è (il) passato, la crescita si è compiuta e l’esplosione solo rimandata.
Il bianco sapore delle cose ha preso sostanza: i desideri urlati sono già miracoli disattesi, l’immagine torna ad essere ricordo e l’altezza diventa scelta consapevole per apprendere il mondo.
Titolo originale: Kiseki (Miracolo)
Altri titoli: I wish
Anno: 2011
Durata: 128
Origine: GIAPPONE
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35MM
Produzione: TV MAN UNION INC., BANDAI VISUAL CO. LTD.
Regia: Hirokazu Koreeda
Attori: Koki Maeda (Koichi); Oshiro Maeda (Ryunosuke); Ryoga Hayashi (Tasuku); Hiroshi Abe (maestro Sakagami).
Soggetto: Hirokazu Koreeda
Sceneggiatura: Hirokazu Koreeda
Fotografia: Yutaka Yamazaki
Montaggio: Hirokazu Koreeda
Riconoscimenti
Reperibilità
http://www.youtube.com/watch?v=QiCR1UlXiJ8