Il quindicenne Gary cerca di affrancarsi da un padre violento e alcolizzato, capace di compiere qualsiasi mostruosità. Trova aiuto e protezione in Joe, un uomo duro, solitario e devoto al suo lavoro. La loro è una lotta per la sopravvivenza nell'ostile terra del Texas.
Cani ringhiosi che si sbranano a vicenda, animali scuoiati, alberi avvelenati, figli pestati a sangue o peggio ancora venduti sessualmente in cambio di pochi dollari. È questa la degradata provincia americana messa in scena da David Gordon Green. Una sfilza di brutture tali che la dignità e la morale finiscono per toccare inevitabilmente l'abisso. Un inferno senza apparente salvezza. Dove è il buio dell'anima a “colorare” volti, spazi, ambienti, con una fotografia spenta e intimista.
In Joe si parla di rapporti umani, proprio laddove l'umanità sembrerebbe sull'orlo dell'estinzione. Si comincia da quello tra un padre e un figlio, che la sequenza iniziale girata sul binario di una ferrovia (non è forse anch'esso un abisso seppur fatto di metallo fischiante?) ci mostra in tutta la sua spietatezza di linguaggio. Due figure incapaci di comunicare se non attraverso la violenza dei gesti: quella specie di barbone senza midollo che si fa chiamare papà, di regola, ruba la paga del figlio dopo averlo picchiato selvaggiamente.
Al deserto di attenzioni ed affetto rappresentato dalla sua sbandata famiglia (ne fanno parte anche la madre e la sorella autistica), Gary preferisce i boschi in cui è impiegato quotidianamente nell'abbattimento degli alberi. È qui che trova, grazie a Joe, la sua seconda possibilità, è qui che coltiva la speranza di un destino migliore di quello dei suoi genitori. Il ragazzo (quel Tye Sheridan già apprezzato in una storia molto simile come Mud) lavora non soltanto per portare a casa qualche soldo ma per superare il modello di riferimento paterno: accidia, viltà e debolezza.
Ma recidere i legami con le proprie radici non è così semplice come segare un tronco a colpi di accetta. Ne sa qualcosa anche Joe-Nicolas Cage, il cui passato marcio (un periodo di detenzione e altri problemi con la legge, un matrimonio fallito...) riaffiora qui e là ad intermittenza. Piglio sicuro e sguardo impenetrabile, per uno duro come lui abile maneggiatore di coltelli, che ha come miglior amico una femmina di bulldog e come unica missione fare bene il suo lavoro, non deve essere facile mantenere dei rapporti solidi con gli altri (fatica perfino ad andare a prostitute...).
Eppure l'incontro con quell'adolescente con padre a carico mina le sue certezze, a tal punto da scoprirsi vulnerabile. Gary lo conquista e, da quel momento, per lui non diventa solo uno dei suoi tanti dipendenti ma qualcuno di cui prendersi cura; lo ospita in casa sua, gli compra da mangiare, gli regala il suo vecchio pick-up. Per entrambi la redenzione sembra possibile.
Ma come in ogni tragedia americana che si rispetti, che sia rurale o metropolitana, l'alleanza del bene soccombe di fronte al villain di turno: uno psicopatico dal volto sfregiato in cerca di vendetta. Alla fine il ragazzo si ritrova doppiamente orfano (il padre naturale si suicida, mentre Joe viene ferito a morte da un complice di “scarface”), ma ciononostante ricomincia, con un nuovo lavoro: piantare alberi (sceglie la vita). Intanto la foresta continua a crescere. Gli abeti sono salvi.
David Gordon Green non sarà forse un “autore” come Nichols o Cianfrance, ma in questo film riesce a sfruttare con discreto talento quella capacità che è propria del cinema americano di lavorare con l'ambiente. Da Ford a Malick (pensiamo ad esempio a I giorni del cielo) il paesaggio, con tutte le sue insidie e asperità, si fa soggetto significante al pari del personaggio. La storia lascia in dote lezioni e maestri ingombranti, tuttavia il regista texano di adozione non sembra avere alcun timore di sfidarla.
Filmografia
I giorni del cielo (Days of Heaven, Terrence Malick 1978)
Mud (Jeff Nichols 2012)
Titolo: Joe
Anno: 2013
Durata: 117
Origine: USA
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: ARRI ALEXA PLUS/PANAVISION PVINTAGE
Produzione: DAVID GORDON GREEN, LISA MUSKAT, DERRICK TSENG, CHRISTOPHER WOODROW PER WORLDVIEW ENTERTAINMENT, DREAMBRIDGE FILMS, MUSKAT FILMED PROPERTIES, ROUGH HOUSE
Regia: David Gordon Green
Attori: Nicolas Cage (Joe Ransom); Tye Sheridan (Gary Jones); Sue Rock (Merle); Heather Kafka (Lacy); Ronnie Gene Blevins (Willie); Adriene Mishler (Connie); Brenda Isaacs Booth (Madre Jones); Aaron Spivey-Sorrells (Sammy); Anna Niemtschk (Dorothy); Erin Elizabeth Reed (Cathy); Dana Freitag (Sue); Gary Poulter (Wade); John Daws (John Coleman); Lazaro Solares (Henry).
Soggetto: romanzo omonimo di Larry Brown
Sceneggiatura: Gary Hawkins
Fotografia: Tim Orr
Musiche: David Wingo
Montaggio: Colin Patton
Scenografia: Chris L. Spellman
Arredamento: Helen Britten
Costumi: Jill Newell, Karen Malecki
Riconoscimenti
Reperibilità
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