Lo sguardo arde dietro la fitta rete delle ciglia, brucia nella creazione dell’immagine e prende fuoco; il bulbo oculare opera uno sdoppiamento materico della visione, trascende il reale per raccontare il reale, attraverso una frammentazione visiva e un ritmo ossessivo e martellante. Due schermi, una stereografia del mondo e della società, il dolore, la sofferenza del quotidiano e la deriva umana in preda alla follia del terrorismo. È l’oscenità dell’antiumano, l’uomo che, per sua natura, si rivolta a sé stesso, si ribella al prossimo e deraglia in un suicidio, al fine di supportare un’illusione defunta. Il mondo brucia per mano di colui che si arroga di fare, disfare e oscenamente distruggere, «ogni oscenità viene sospesa, e tutte le descrizioni sono come trasferite dall'oggetto stesso al feticcio. Sussiste solo un'oscenità pensante» (Deleuze 2007).


Bibliografia

Deleuze G. (2007): Il freddo e il crudele, SE, Milano