Nicola Curzio
Di che colore sono gli occhi di Amy Adams? Chi è al Lido di Venezia dovrebbe avere la risposta in tasca visto che l’attrice statunitense è l’indiscussa, mirabile, protagonista di due pellicole americane in gara per il Leone d’Oro. Il suo sguardo s’incrocia innanzitutto in Arrival di Denis Villeneuve, dove interpreta la dottoressa Louise Banks, una linguista affermata a cui è affidato il difficile compito di comunicare con alcune entità aliene misteriosamente comparse sulla Terra, prima che scoppi un’altra guerra dei mondi.
Gli incontri ravvicinati del terzo tipo non sono certo una novità al cinema; esiste una consolidata tradizione di film di questo genere, con le sue regole, i suoi cliché e i suoi registi prediletti. Denis Villeneuve non è tra questi, né vuole esserlo, ma sa come impadronirsi della materia, o meglio del suo modello di riferimento, per poi contaminarlo e influenzarlo a suo piacimento. Un’operazione invero già tentata in passato con altri generi cinematografici − basti pensare al suo penultimo film, il thriller Sicarico − che qui però risulta decisamente più riuscita e convincente. Arrival, pur rispondendo perfettamente alle esigenze mainstream del filone fantascientifico cui è ascrivibile, diventa interessante quando sconfina in altri territori: le scene nella navicella extraterrestre, ad esempio, recuperano l’estetica minimal e seducente di Under the Skin, mentre i ricordi della protagonista rievocano a tratti il lirismo audiovisivo di Terence Malick. Da questo punto di vista, oltre che per le grandi tematiche toccate o sfiorate, l’operazione di Villeneauve è paragonabile a quella realizzata da Christopher Nolan con Interstellar. Il discorso sul Tempo e sulla Lingua, alla base del film, trova poi un precedente ancora più in importante in quell’opera imprescendibile e seminale che è Un’altra giovinezza di Francis Ford Coppola.
Amy Adams regge su di sé l’intera pellicola, conferendo sostanza e vigore al suo personaggio. Come sospeso tra due tempi, mai davvero definito, il suo sguardo attrae e suggestiona, scoprendosi profondamente umano. D’altra parte, il talento e la versatilità dell’attrice americana non sono certo una sorpresa, specialmente qui a Lido, dove qualche anno fa la si vide giganteggiare nell’ombra in The Master, e dove in questi giorni è in concorso anche con un altro film. Oltre ad Arrival, è infatti la protagonista di Nocturnal Animals di Tom Ford, in cui offre un’altra interpretazione magistrale.
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