Venezia-2012-The-Millennial-Rapture-video-della-conferenza-stampa-di-Sennen-no-Yuraku

«O amore che tutto crei
sublime eterna carità,
la tua fiamma è più forte d'ogni cosa,
più forte della morte.»

(Giovanni della Croce)

La sensazione di trovarsi di fronte a un’opera epica sull’esistenza è evidente già dall’inizio di Millennial Rapture; il mito entra prepotentemente nelle vicende individuali e le stravolge seguendo la magnifica prevedibilità del ritornello “si vive. Si muore.”: in una grotta arroccata nell’oltre mondo, Izanami brucia dando alla luce Ho-Masubi, il dio del fuoco, origine di ogni distruzione.

Sapere Tutto fin dalla nascita implica una morte certa e tuttavia non interrompe il processo dissipatore della vita (anche gli dei muoiono creando, ardendo nell’Altro). Tutto non è che l’inevitabile consunzione della materia, la degradazione della forma, l’impalpabile, la sparizione, il ritorno all’oblio.

Questo di Wakamatsu è un film prepotentemente corporale, di entrate e uscite, presenze coerenti e sparizioni costanti che si alternano ineluttabilmente nell’eterno fluire di una storia scritta da millenni. È una memoria della sparizione che si mostra attraverso la sequenza ininterrotta di nuove amputazioni (alla Caterpillar, ché è sempre il corpo che manca).
L’ossessiva ricerca dell’estasi s’impone nel destino della stirpe dei Nakamoto assistita premurosamente dalla levatrice Oryu.
Lei è madre e amante. L’amore incestuoso è inevitabile affinché la storia possa ricominciare: tutti i maschi Nakamoto sono stati toccati per la prima volta dalle sue mani, le sue mani hanno accarezzato tutti i maschi Nakamoto per l’ultima volta.
Ogni fine è presagio di nuova vita; nella memoria di Oryu si conserva soprattutto il tocco di quei corpi perfetti dal sangue empio. Toccarli significa bruciare con loro e poi nascere ancora in una danza di mani che, come nell’ultimo Mendoza, scuote l’aria col primo respiro.

La donna è sempre madre, corpo generoso anche quando non genera, necessaria indistruttibile presenza che si consuma di Amore divino e tutto crea.