risultati per tag: Martin Eden

  • Non tanto lo scrittore, categoria troppo circoscritta, ormai una specie di mestiere oggi, quando ci si intrattiene intorno a bagatelle in estasi da paratassi (perchè la coordinazione e la subordinazione si sono perse tra le deiezioni dell'ultra-contemporaneo), da vezzi, lemmi di plastica, con le zazzere artatamente scompigliate di spume e le barbe azzimate, profumate; quanto l'essere, nudo, che accede a un altro livello, un'altra dimensione, quella della comprensione «del linguaggio dei fiori e delle cose mute», che è nella Benedizione baudelairiana scrutata da Martin Eden all'inizio del film, così attratto da questo affastellamento di mistero che è il libro, quando ancora era uno spirito vergine, rozzo ma già vorace di poesia, cioè di quel significato latente, quel manto di silenzio e di segno che solo dà senso alle cose.

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