Il filosofo e filologo italiano Giorgio Pasquali, in una bella pagina, ci ha svelato un'arte della traduzione. Il filologo, nel suo testo Arte allusiva, scrive che D'Annunzio in un poema (traduzione) dedicato ad Orazio, non inserì nessuna parola, nessuna frase, nessun tema di Orazio. In che consiste, allora, l'operazione di traduzione? Pasquali osserva che D'Annunzio tradusse, ed è qui l'allusione, il ritmo, il particolare metro del poeta latino. Traduzione nel transito della metrica del ritmo oraziano...

Una volta il popolare musicista e compositore americano Cole Porter, rispondendo ad una domanda oziosa, che chiedeva a cosa si fosse ispirato per scrivere la canzone Night and day, disse: «Ai mosaici di Ravenna». Questa affermazione sembrò esotica in quel momento, probabilmente erano in pochi a conoscere i mosaici e ancora meno Ravenna...

Cole Porter visse a Venezia negli anni '20, e fu allora che visitò la città di Ravenna. Nel 1932 scrisse la canzone Night and Day, cantata da Fred Astaire nel 1934 nel film musicale The Gay Divorce.

I mosaici della Basilica di Sant'Apollinare (Nuovo) e del Battistero Neoniano, studiati con cura da Otto Demus e Georges Duthuit, incontrano, nel loro cammino estatico, ordinatamente intervallati, una geniale traduzione musicale nel brano Night and day.

Dalla linea ripetuta dei corpi delle sante e santi martiri, uno dopo l'altro, in sequenza musicale, Porter ha tradotto il ritmo, la cadenza, la musica di queste due pareti, una di fronte all'altra, di donne e uomini. Il ritmo, nella ripetizione della melodia e delle parole, capace di una deviazione dal sentire e dal significato, di una doppia lettura, profana (amore ossessivo per una donna o un uomo) e sacro (amore per la ricerca e la visione divina) incidono sul cromatico, l'associazione con la sensazione viva dei colori, il dorato, il bianco e nero, il chiaroscuro, figurato nelle tessere delle immagini.

Ricreazione, traduzione, di mosaici bizantini del IV secolo suggerito in una canzone popolare degli anni '30, che fino ad oggi apre spazio alla possibilità di tradurre, di suggerire, di ricreare un'opera d'arte.

Guardando le pareti, la fila della processione dei martiri sugli archi di marmo sui due lati dell'interno della Basilica di Sant'Apollinare, i mosaici chiamati "incarnazione della luce", ne sentiamo il ritmo, l'inflessione, il piegamento, il cambiamento di tono, la musica negli intervalli silenziosi tra una figura e l'altra. Figure simili ma non identiche. La musica, il ritmo, vibra nella ripetizione trasformativa dei mosaici...

In Ritmo, il film in digitale di 7 minuti, stimolato da Rosa Dias e Rodrigo Lima, i piani traducono un traduttore tradotto, imprimono nel digitale lo stesso movimento, che torna a fare, reitera, nella ripetizione dei piani, nell'andare e venire, nello spostamento dei mosaici in movimento la suggestione musicale. In fila, allineati, in sequenza, i martiri da così lontano ci guardano. Molti occhi ci guardano e rimangono attenti, presenti, nella durata del tempo, dell'incomprensibile segreto della cosa divina, la cosa nascosta, il respiro della vita spirituale.

La traduzione fatta in modo indiretto da una lingua all'altra, dai mosaici bizantini del IV secolo a un canto popolare del XX secolo, accende «uma candeia no entendimento» come scrisse nel XVII secolo con la sua prosa sonora Antonio Vieira.

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