L'idea di un cinema che rivela se stesso, liberando le energie dei segni, svincolando le tracce della narrazione in un persistente e dolce ribaltamento delle prospettive, è la linea che determina alla base l'opera di M. Night Shyamalan. Non è tanto questione di twist narrativi sedimentati nella formula The Sixth Sense, quanto della capacità di visualizzare un cinema che filma l'epifania di se stesso, la presa d'atto della propria reversibilità dallo stato solido alla purezza dell'immaginario.

La mitopoiesi dell'eroe che scopre la propria immaterialità, la vulnerabilità del suo stato fisico a fronte dell'invincibilità della condizione spirituale che attiene alla materia dell'immaginario, della visione della realtà, della configurazione ideale dell'universo. Glass non è che l'articolazione teorica di questo processo (perfettamente coerente con la previsione role-playing offerta in Lady in The Water), ma l'impronta è fortemente plastica - dinamica e fusionale - in Signs, dove l'epifania dell'eroe è conseguente alla sistemazione dell'universo attorno a lui, all'adesione del mondo alla sua predisposizione fisica e spirituale, lo scavalcamento della sua fragilità, della marginalità da cui scaturisce.

Shyamalan drammatizza la rivelazione come fosse una dichiarazione di libertà dello spirito rispetto al corpo, alla sua materialità che limita. Era già scritto nel celebre twist di The Sixth Sense che rivelava la natura fantasmatica del corpo dello psicanalista Malcolm Crowe, la presa di coscienza del suo essere spettro di se stesso. Shyamalan cerca la strada del suo eroe nella rivoluzione, nel ribaltamento della sua condizione: la verità di David Dunn in Unbreakable era scritta nella prospettiva capovolta con cui, all'inizio, viene visto dalla bambina che lo osserva in treno, guardandolo attraverso le fessure dei sedili. L'uomo è l'opposto di se stesso, esattamente come il mondo che lo circonda: The Village o The Visit che sia...

L'universo cui l'eroe di Shyamalan appartiene è pensato per dare forma a lui (After Earth), aderisce a lui per renderlo plastico nella sua eccezionalità. Glass, dopo Unbreakable e dopo Split, chiude la triangolazione di questo processo esponendolo in chiave teorica: il corpo dell'eroe David Dunn, la (s)materializzazione dei multipli di Kevin Wendell Crumb, il mondo che aderisce alla loro contrapposizione ordito da Elijah Price... L'uno rivela l'altro, e tutti insieme definiscono la realtà.

Opposta a loro un'altra realtà, che li nasconde e li nega: l'eterno conflitto di Shyamalan tra l'uomo e il mondo che lo contiene si ripete, puntuale e lucido: E venne il giorno...

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