tokyo

Una donna non riesce a dare una direzione alla sua vita. Un misterioso straniero spaventa e uccide inermi cittadini. Un uomo sceglie di recludersi in casa. E nel frattempo Tokyo presagisce la catastrofe...

 

 

 

 

 

«La bomba H esploderà per il semplice principio che è stata costruita. Dobbiamo cercare altri spaventati e fare una catena di renitenti al divertimento programmato e alla distruzione».

(Volponi 1974)

 

Il pensiero dominante è, per tautologia, unico. Per destrutturarlo, il punto di vista è meglio che sia molteplice: nel caso di Tokyo!, triplice, come triplice è il dogma che i tre episodi vogliono svelare.

Il primo dogma è che ognuno di noi abbia un suo progetto cui sottomettere tutte le proprie energie, un fine al quale sacrificare il presente per ottenere un vantaggio in un futuro non meglio definito. Basterebbero gli occhi sgranati di Hiroko nell’episodio Interior design di Gondry, inetta a vivere che non  riesce a trovare un senso utile al suo agire, per comprendere l’assurdità del dogma. Se il destino è l’essere messa fuori fuoco ai nostri occhi e diventare una macchia opaca accanto al suo ragazzo, la soluzione è rovesciare la propria suddittanza, desiderare l’inutilità, affermare la propria inconcludenza come una vocazione.

Il secondo dogma è la purezza formale esteriore che degenera nell’omologazione, nell’adesione demente ad un’unica forma, quella della mera sopravvivenza biologica. La vita non è più presa in blocco, viene depurata da ogni sua scoria: l’uomo Merda (in Merde di Carax) è lo scarto che si oppone con i suoi “non voglio” incomprensibili, sfuggenti a qualsiasi riduzione grammaticale (che tanto ricordano la formula di Bartleby, I would prefer not to, sgangherata e irriverente – e per questo rivoluzionaria). Merda è tutto ciò che viene rifiutato, il basso, il deforme, il ripugnante ovvero tutti i caratteri che vengono attibuiti a coloro che non si omologano al modello imperante, come gli immigrati, i folli, i criminali, le battone. Merda non accetta la gerarchia, fino al punto di non volerla neanche ribaltare – un rovesciamento equivarrebbe a creare un’altro ordine di valori. L’unica opposizone alla sistemizzazione è la resistenza, ostinata e indecente, per poter affermare sino in fondo la vita in ogni sua forma.

Il terzo dogma è quello cui è più difficile sottrarsi, ovvero la fascinazione dell’individualismo funzionale, secondo il quale ognuno potrebbe condurre una vita isolata, autosufficiente, bastante a se stessa, in cui ogni particolare viene programmato, ogni gesto calcolato, grazie a un’esatta organizzazione dell’esistente. Chiunque entra in contatto con il perfetto cosmo atomico dell’hikikomori¹ di Shaking Tokyo di Joon Ho subisce la seduzione asettica di una vita non contaminata dal sudore, dal dolore, dal contatto con l’altro. Saranno l’imprevisto e una minima trasgressione a far crollare un sistema ferreo ma fragile, proprio perché la perfezione non tollera la minima scalfittura.

Tutt’intorno Tokyo è rappresentata come un piano ideale d’esistenza, città in cui i palazzi si allontanano fra loro per non toccarsi. Tokyo ci appare come il non-luogo esponenziale in cui è immanente la catastrofe, sempre in atto ma mai visibile: la vera dissoluzione è l’inconfessabile desiderio di vedere l’umanità, in ogni sua accezione, disintegrarsi. Per resistere alla tentazione della bomba, all’annientamento di ogni legame che ci accomuna, non ci resta che liberarci dalla dittatura dell’utile e del funzionale, custodire il diritto alla negazione, aver fede nell’alterità.

 

Note

1. Hikikomori è termine giapponese stante ad indicare coloro che scelgono di ritrarsi completamente dal mondo, spesso cercando un’assoluta solitudine.

 

 

Bibliografia

Melville H. (2006): Bartleby, lo scrivano, Einaudi, Torino.

Morante E. (1987): Pro o contro la bomba atomica, Adelphi, Milano.

Volponi P. (1974): Corporale, Einaudi, Torino.

 

 


 

 

Titolo: Tokyo!
Anno:
2008
Episodi: Interior Design - Merde - Shaking Tokyo
Durata: 110
Origine: FRANCIA, GIAPPONE, COREA DEL SUD, GERMANIA
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Produzione: COMME DES CINÉMAS, BACKUP FILMS

Regia: Michel Gondry ("Interior Design"); Léos Carax ("Merde"); Joon-Ho Bong ("Shaking Tokyo")

Attori:
in "Interior Design": Fujitani Ayako (Hiroko), Kase Ryo (Akira), Ito Ayumi (Akemi); in "Merde": Denis Lavant (Merda), Jean-François Balmer (avvocato Voland); in "Shaking Tokyo": Kagawa Teruyuki (Hikikomori), Aoi You (ragazza della pizzeria)
Sceneggiatura: Michel Gondry, Gabrielle Bell ("Interior Design"); Léos Carax ("Merde"); Joon-Ho Bong ("Shaking Tokyo")
Fotografia: Masami Inomoto ("Interior Design"); Caroline Champetier ("Merde"); Jun Fukumoto ("Shaking Tokyo")
Montaggio: Jeff Buchanan ("Interior Design"); Nelly Quettier ("Merde")
Scenografia: Hiroshi Hayashida; ("Interior Design"); Mitsuo Harada ("Merde"); Toshihiro Isomi ("Shaking Tokyo")

 

Riconoscimenti

Reperibilità

 

http://www.youtube.com/watch?v=8TUbDzB7m5U

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