[In concorso alla 42a edizione dell'International Film Festival Rotterdam]
Opera seconda per il filmmaker di Nuoro Giovanni Columbu, dopo Arcipelaghi (2001). Come in quel film il regista partiva dalla polifonia narrativa del romanzo di Maria Giacobbe, di cui peraltro spezzava la linearità del racconto, così in Su Re mette in scena la passione di Cristo riproponendola quattro volte, basandosi ogni volta su uno dei Vangeli canonici che l'hanno testimoniata, mettendone così in luce differenze e discrepanze.
Il tutto contestualizzato nella terra ventosa di Sardegna, dove il Golgota assume le fattezze dei suoi picchi impervi che si stagliano sulle radure brulle con vista sul mare, con un cielo di nubi scure sempre cangianti, con i personaggi autoctoni come protagonisti, le donne vestite nel tipico abito nero tradizionale, che parlano un linguaggio sardo stretto, musicale. Sono il corrispettivo di quell'umanità dolente e popolare che dei film di Ciprì e Maresco. Ma Columbu, in questo contesto atemporale, fatto di costumi e lingue che si tramandano inalterati da generazioni, inserisce ulteriori elementi di ambiguità: Giuda si impicca con la cintura che estrae dai suoi jeans.
Columbu enuclea così il carattere archetipico della storia di Gesù, che può essere messo in scena anche nella propria realtà, in quel grande teatro naturale che per il regista è la sua Sardegna, rifiutando una ricostruzione storica e filologia della Palestina dei tempi di Gesù, comunque un arbitrio. Proprio come avevano fatto i grandi pittori, da Brueghel a Giotto, e che nel cinema ha l'unico antecedente di Pasolini con i Sassi di Matera per Il Vangelo secondo Matteo.
Il percorso del regista parte dall'analisi comparata dei quattro Vangeli, e dall'evidenza di come, nonostante per la Chiesa rappresentino il verbo, la verità rivelata, quindi assoluta, questi siano quattro punti di vista diversi di una stessa storia. Scandagliando questi antichissimi testi chiave nella storia dell'umanità, emergono Pirandello, Rashomon, Andy Warhol: il relativismo della verità, che non è unica ma che si moltiplica per tutti coloro che la perseguono.
Columbu si inserisce in quel filone marginale del cinema italiano più rigoroso e ascetico, quello dei Frammartino, dei Benvenuti e dei Piavoli. Con il film di quest'ultimo, Nostos, l'operazione di Su Re presenta non pochi punti in comune. Ma ha anche ben chiara la storia del cinema, delle sue passioni e dei suoi paesaggi estremi ai limiti del mondo, da Dreyer a Herzog. Costruisce un film materico fatto di elementi, di roccia, vento, mare e cielo. Ignora le regole canoniche del cinema che vogliono una luminosità costante in esterni, come è evidente in una scena in cui si apre improvvisamente un enorme squarcio di luce per l'instabilità continua del cielo. E sottolinea il senso panico della natura con le musiche di Arvo Pärt, senza però nessuna concessione al misticismo.
Titolo: Su Re
Anno: 2012
Durata: 80
Origine: ITALIA
Colore: C
Genere: BIBLICO
Specifiche tecniche: 35 MM
Produzione: GIOVANNI COLUMBU PER LUCHES FILM IN COLLABORAZIONE CON RAI CINEMA
Regia: Giovanni Columbu
Attori: Fiorenzo Mattu (Gesù); Pietrina Menneas (Maria); Tonino Murgia (Caifa); Paolo Pillonca (Pilato); Antonio Forma (Giuda); Luca Todde (Pietro); Giovanni Frau (Giovanni); Bruno Petretto (Giuseppe D'Arimatea); Ignazio Pani (Ladrone); Carlo Sannais (Ladrone).
Sceneggiatura: Giovanni Columbu, Michele Columbu (tratto dai Vangeli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni)
Fotografia: Massimo Foletti, Uliano Lucas, Francisco Della Chiesa, Leone Orfeo
Montaggio: Giovanni Columbu
Scenografia: Sandro Asara
Costumi: Stefania Grilli, Elisabetta Montaldo
Suono in presa diretta: Marco Fiumara, Enrico Medri, Andrea Sileo, Elvio Melas
https://www.youtube.com/watch?v=NuXiSlajcGM