È mezzanotte. Cuori solitari, in conflitto con se stessi o con la propria personalità pubblica, raggiungono una misteriosa casa hi-tech nel buio, per partecipare a un rito di lussuria e riconciliazione. Accolti da un maître sui generis, le anime si svestono delle loro disperazioni per ritrovarsi in un’orgia di mezzanotte, dove ogni confessione diventa storia fantastica. Un'occasione di ristoro dal dolore, nell'attesa di sapere se all'alba tutto sarà diverso.
[Dal catalogo del MFF]
«La realtà non è né può essere realistica» (Moresco 2008, p. 36), nel senso che eccede dalla costrizione delle categorie; e quindi anche il cinema, quando gli si fa vicino, non può essere costretto a sua volta dentro generi limitativi (cfr. ibid. 2008, p. 547).
Les rencontres d'après minuit è un astratto Kammerspiel purificato da ogni scoria icastica, “cinema da camera” che si tramuta in wunderkammer, scrigno di fantasmagorici e stilizzati eccessi visivi. Tutto gira attorno a un'orgia mancata, che è pretesto necessario per vivificare un amore mannaro dall’epilogo triste, come tutti gli ammalati del demone meridiano sanno. È una danza silenica di creature diafane, fantomatiche che ululano le loro tragicomiche perversioni alla luna: deliri visionari che rendono manifesta la dimensione segretamente sacrificale dell’edonismo. A condurre il girotondo una domestica-travesta, mistagoga di iniziazioni erotiche, medium tra il mondo solare e quello notturno.
Non c'é proprio una storia; forse una metastoria, ad essere eufemici. Di certo c'è che in questo film non si incontrano mai materiali autentici, ma solo riprese, citazioni, rimandi. Les rencontres ha un afflato epico, perché è la narrazione essenziale di una comunità, una polifonia di voci in cui i personaggi duplicano continuamente sé stessi perché protagonisti dei loro racconti onirico-allucinatori, cronache distorte poiché personali, legate al ricordo e quindi soggette a manipolazioni e apparenze. La geometria della costruzione narrativa segue la forma centripeta della spirale in cui si susseguono, senza soluzione di continuità clichè e stereotipi, convenzioni e manierismi.
Il regista Yann Gonzalez lavora su un progressività atemporale dove i tempi dei diversi piani narrativi si incrociano e si confondono creando una situazione di stasi, di sospensione. I personaggi si ritrovano imprigionati in un non-luogo (l’appartamento in cui dovrebbe compiersi l’orgia) condannato ad un presente eterno, dove le coordinate sono fluite in un tutto indistinto. Un’iperrealtà in cui ogni residua naturalità del mondo è schiacciata da un accumulo di segni espropriati di referente certo. Anche la dimensione del sogno è una gabbia: la regia esalta la natura simulacrale, accentua la componente iconica, appiattisce l’immagine, elide le ombre utilizzando fondali neutri che eliminano la tridimensionalità dell’inquadratura riducendola a immagine bidimensionale. Nell’orizzonte onirico Gonzalz elabora figure de-figurate invece che riconoscibili: è il modo di oggettivazione dell’inconscio che ha una forza figurale che spiazza le leggi del linguaggio abituale.
In Les rencontres ciascuno parassitizza l’altro e dall’altro viene parassitizzato, in un montaggio di scatole cinesi da cui niente e nessuno è escluso o risparmiato.
In questa sorta di buco nero, in questa situazione claustrofobica di blocco, la sola possibilità di salvezza è un taglio sacrificale che interrompa la ripetizione ossessiva e possa permettere la fuga. Del resto «la vita è una ferita sempre aperta nell’immensità del cosmo, una cruna. Si può solo passare da là dentro, allargare la cruna» (ibid. 2008, p. 478).
Bibliografia:
Moresco A. (2008): Lettere a nessuno, Einaudi, Torino.
Titolo: Les rencontres d'après minuit
Titolo Originale: You and the Night
Anno: 2013
Durata: 92
Origine: FRANCIA
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM
Produzione: SEDNA FILMS
Regia: Yann Gonzalez
Attori: Kate Moran (Ali); Niels Schneider (Matthias); Nicolas Maury (Udo); Éric Cantona (Lo Stallone); Fabienne Babe (La Star); Alain-Fabien Delon (L'Adolescente); Julie Brémond (La Cagna); Béatrice Dalle (Madame La Commissaria); Jean-Christophe Bouvet (Brigadiere capo); Pierre-Vincent Chapus (Brigadiere aggiunto); Dominique Bettenfeld (Poliziotto); Frédéric Bayer Azem (Poliziotto); Louis-Orfeo Marin (Figlio della Star).
Sceneggiatura: Yann Gonzalez
Fotografia: Simon Beaufils
Musiche: Anthony Gonzalez; M83
Montaggio: Raphaël Lefèvre
Scenografia e Arredamento: Sidney Dubois
Costumi: Justine Pearce
Riconoscimenti
http://www.youtube.com/watch?v=yxIgIeh5AY4