«Avendo dimostrato che tutti sono filosofi, sia pure a modo loro, inconsapevolmente, perché anche solo nella minima manifestazione di una qualsiasi attività intellettuale, il “linguaggio”, è contenuta una determinata concezione del mondo, si passa al secondo momento, al momento della critica e della consapevolezza, cioè della quistione: è preferibile “pensare” senza averne consapevolezza critica, in modo disgregato e occasionale, cioè “partecipare” a una concezione del mondo “imposta” meccanicamente dall’ambiente esterno, e cioè da uno dei tanti gruppi sociali nei quali ognuno è automaticamente coinvolto fin dalla sua entrata nel mondo cosciente [...] o è preferibile elaborare la propria concezione del mondo consapevolmente e criticamente e quindi, in connessione con tale lavorio del proprio cervello, scegliere la propria sfera di attività, partecipare attivamente alla produzione della storia del mondo, essere guida di se stessi e non già accettare passivamente e supinamente dall’esterno l’impronta alla propria personalità?» (A. Gramsci 1975, pp. 1375-1376).

Riprendere in mano i quaderni del carcere di Antonio Gramsci conduce sempre alla domanda sull’autore: chi era Antonio Gramsci? Chi era la mente dietro quelle parole così forti e così vicine alle persone?

Tratteggiare i caratteri della figura di Gramsci è un delineare la storia della sinistra in Italia, che attraverso percorsi spesso poco intellegibili, è arrivata sino ad oggi. Ed è con la Storia della sinistra italiana, e non solo, che Lucia Senesi si confronta in Avanti, documentario nato dall’idea di raccontare Gramsci, ma c’è qualcosa in più, ci sono le persone che parlano di Gramsci con la regista e autrice del documentario presentato in anteprima al RIFF - Roma Independent Film Festival 2017.

Ogni incontro apre qualcosa al di là della Storia, mischiandosi alle storie. Emerge la figura di Pietro Nenni, quella di Berlinguer insieme alle passeggiate, ai caffè, con i ragazzi in una scuola, o attraverso i bambini che ci raccontano cosa è accaduto impersonando Turati o Pertini. Tutto si mischia con una visionarietà che proietta lo spettatore più che nel passato in un futuro che si sarebbe dovuto realizzare.

Ma questo può avvenire solo attraverso lo strumento narrativo che Lucia Senesi utilizza, perché per riportare tutto sulle persone, per mostrare che la storia, tutta, anche quella politica, è fatta di persone, è necessario fare un passo avanti e portare il proprio corpo all’interno dello spazio filmico.

La scelta, che ricorda Emmanuel Carrère quando dichiara della propria scrittura: «Per tutta l’estate ho conservato in un cassetto le mie quattro pagine di appunti. Quando ci pensavo dicevo tra me che quel grumo compatto di dolore sarebbe stato fuori luogo in una raccolta di carattere narrativo e ludico, e che avrei dovuto scrivere qualcos’altro, ma non ho trovato niente. Ho descritto questa stanza d’albergo e ciò che vi è accaduto. Non so dove mi porterà questo, ma ormai so scrivere soltanto di ciò che è accaduto.»
(E. Carrère 2016, p. 192.)

Raccontare ciò che è accaduto quando non si era ancora nemmeno vivi, diventa qualcosa di ancora differente, perché trasforma il passato in un atto costitutivo della persona, dello stesso spettatore, come della regista. E la sensazione è che ciò che viene detto dalle persone intervistate ci riguardi direttamente, che l’egemonia sia effettivamente «quando non ti chiedi più l’origine delle cose» o che parlare di sinistra oggi sia ancora un parlare di conflitto sociale. Le parole di persone come Toni Negri, Juan Carlos Monedero, Mirella Delfini, Antonio Scurati, Giuseppe Vacca, Pepe Gutierrez, Michelangelo Jacobucci e molti altri, si succedono ricostruendo i rapporti, il contesto, la resistenza, la costruzione dell’Italia antifascista e soprattutto l’eredità umana lasciata e spesso trascurata da Antonio Gramsci.

Avanti trascende il mero racconto documentarista e diventa una materia fatta di persone, volti, speranze, errori, delusioni, rabbia e amore, perché alla fine la politica, come il cinema, è fatta d’amore, perché di cos’altro potremmo mai parlare?


Bibliografia

E. Carrère (2016): Propizio è avere ove recarsi, Adelphi, Milano

A. Gramsci (1975): Quaderni dal carcere, Quaderno II, 1932-1933, Einaudi, Torino





Titolo: Avanti
Anno: 2016
Durata: 112'
Origine: Italia, Francia, Spagna
Colore: C
Genere: Documentario
Specifiche tecniche: HD
Produzione: Abuelita

Regia: Lucia Senesi

Attori: Juan Carlos Monedero, Gianna Granati, Mirella Delfini, Alessandra Marchi, Stefano Gensini, Fabio Frosini, Dimitri Deliolanes, Jacques Bidet, Andre Tosel, Michelangelo Jacobucci, Toni Negri, Manolo Monereo, Giuseppe Tamburrano, Antonio Scurati
Soggetto e sceneggiatura: Lucia Senesi
Fotografia: Sandro Chessa, Michel Franco, Guido Mazzoni
Montaggio: Elisabetta Abrami
Musiche: Nathan Klein

http://www.youtube.com/watch?v=mmMXH_UZhOU

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