Nel 2015 la BBC ha lanciato una serie di documentari intitolata BBC Four Goes Nuclear e dedicata al settantesimo anniversario della tragedia nucleare di Hiroshima. Il tempo in cui le materie radioattive perdono progressivamente la loro radioattività, cioè il tempo necessario affinché il 50% degli atomi si sia disintegrato nel caso dell’uranio-235 è di 710 milioni di anni.
Non è possibile dimenticare la caduta della bomba nucleare su Hiroshima nel 1945, semplicemente perché il suo impatto durerà, per l’uomo, praticamente per sempre. Allora cosa fare?
I documentari a cura della BBC, sperimentati già in passato attraverso la sinergia tra musica e immagine, tornano con alla regia Mark Cousins, per dar vita a Storyville: Atomic – Living in Dread and Promise. In questo caso le musiche del film sono a cura dei Mogwai.
Atomic è anche il titolo del nono album in studio della band scozzese, tuttavia non tutta la musica realizzata per il film ha trovato spazio sul disco e, ovviamente, viceversa. Questo perché legare immagini e musica, in questo documentario, è qualcosa di estremamente complesso, il suono dal quale bisogna partire è un’esplosione, un movimento d’aria capace di distruggere e bruciare tutto.
Come può il suono opporsi al rumore?
Il silenzio è lo strumento da governare e in questo senso la capacità dei Mogwai di ritmare il silenzio si mostra in maniera decisamente più evidente rispetto alla ricerca dell’armonia, perché le immagini, d’archivio, sono state montate in strutture ripetitive, affinché dalla ripetizione stessa possa nascere il suono visivo dal quale lo spettatore è catturato.
Le persone che d’improvviso si gettano per terra dalle biciclette rappresentano uno degli strumenti di ripetizione, insieme alle persone che dipingono di bianco le finestre, alle foto degli scienziati che hanno reso possibile la creazione dell’atomica. La foto di Marie Curie, appare sotto una voce che ripete «science science science», quasi fosse un motto futurista.
Ma le scoperte non hanno portato solo alle due bombe lasciate cadere su Hiroshima e Nagasaki, ma anche, e viene mostrato nel documentario, nell’uso medico. La PET e le scintigrafie utilizzano la radioattività per diagnosticare malattie sui pazienti e sicuramente sono strumenti in grado di salvare molte vite.
Il nucleare in Storyville: Atomic – Living in Dread and Promise non si mette in mostra nello stile classico del documentario sulla bomba atomica, dalla minaccia vissuta durante la guerra fredda, all’esplosione dei reattori nel disastro di Černobyl' alla più recente tragedia legata alla centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi. Infatti, Mark Cousins, come detto, sembra abbia lavorato principalmente sulla ripetizione, che è anche la ripetizione dei messaggi di allerta, della costruzione della paura, ma è anche la ripetizione che non è bastata nelle lotte per il disarmo, per fare in modo che gli stati facciano a meno degli armamenti nucleari. In questo senso il ritmo deve esser ripreso, deve esser portato avanti, continuato e riproposto affinché il disarmo sia totale e in questo la musica dei Mogwai, a partire dalla colonna sonora e dal loro album Atomic, ci ricorda che gran parte della colpa di tutto questo è anche nostra.
Titolo: Atomic: Living in Dread and Promise
Anno: 2015
Durata: 71
Origine: Gran Bretagna
Colore: C, B/N
Genere: Documentario
Specifiche tecniche: immagini di archivio
Produzione: Crossover, Hopscotch Films
Regia: Mark Cousins
Soggetto: Mark Cousins
Montaggio: Timo Langer
Musiche: Mogwai
Reperibilità
http://www.youtube.com/watch?v=MSJlwdhxSbE