Vanishing-on-7th-Street-Hayden-Christensen-Foto-Dal-Film-02È ormai abitudine identificare ogni periodo cinematografico con una serie di registi, accumunandoli  ad una cosiddetta “nuova leva” in grado di accogliere nomi sempre nuovi di anno in anno. È questo il caso di Brad Anderson, cineasta che ha all’attivo solo una manciata di lungometraggi, ma che, nonostante questo, è riuscito a imporsi all’attenzione magari non di tutto il mondo, ma di quella “cricca” che riunisce gli appassionati cinema, soprattutto di genere.
Lungo la sua breve carriera questo regista è riuscito a dimostrare che non servono grandi budget per creare la giusta dose di tensione e che il digitale ben si presta per incorniciare quella morbosità tipica di certi istituti psichiatrici caduti in disuso (Session 9).

Un giusto territorio per muovere i primi passi e guidarci successivamente all’interno di un incubo ad occhi aperti, pieno zeppo di influenze “lynchiane” (ma non solo) e con protagonista un attore, Christian Bale, che sembrava più deciso che mai a portare verso il confine più estremo tutti gli insegnamenti del Metodo Stanislavskij (L’uomo senza sonno).
A questi si aggiunge un terzo film, Transsiberian, ancora inedito in Italia, ma considerato da molti degno di nota.
È normale dunque che, visto un curriculum in continua evoluzione, gran parte di pubblico e critica – tra cui il sottoscritto – abbia nutrito grandi aspettative in questo Vanishing on 7th Street. Aspettative purtroppo in gran parte, se non del tutto, deluse. Cerchiamo allora di fare il punto della situazione.

Rifacendosi a quella tradizione tipica di un certo cinema postapocalittico d’annata, che ultimamente sembra essere tornato di moda (si vedano ad esempio Codice Genesi o The Road), il film diretto da Brad Anderson si apre con un blackout, che ha interessato tutto il mondo. La cosa strana è che con la luce è scomparsa anche gran parte della popolazione, dissoltasi nel nulla, lasciando i soli vestiti come testimonianza di quelle che un tempo erano state persone. Sembra, infatti, che ci sia qualcosa nascosto nell’oscurità, anime inquiete pronte a impossessarsi di chiunque capiti loro a tiro. Unica arma di difesa è quel po’ di luce che ancora rimane, anche se, ormai, il giorno sembra durare sempre meno e sono molto poche le illuminazioni funzionanti dopo il blackout. Un gruppo di superstiti (tra cui Hayden Christensen, Thandie Newton e John Leguizamo) cercano in ogni modo di sopravvivere e sfuggire a questa oscurità letale.

Un plot indubbiamente interessante quello capitato nelle mani di questo regista, che mischia insieme il già citato cinema postapocalittico a titoli di culto come The Fog di John Carpenter, aggiungendo al tutto una spruzzata di George A. Romero (sia di La città verrà distrutta all’alba che della saga dei morti viventi), ma che purtroppo sembra perdersi progressivamente lungo il cammino.
Vanishing on 7th Street è quello che si può definire un passo falso, il cui principale difetto risiede nella totale mancanza di mordente della storia, che non approfondisce in maniera adeguata situazioni e personaggi, quasi avesse scelto di abbandonarsi volontariamente al caos di cui parla. Il risultato però, sempre che fossero stati questi gli intenti, è diametralmente opposto. A parte qualche momento realmente suggestivo e terrificante, ci troviamo infatti di fronte ad un film che lascia e dice ben poco, eliminando in un solo colpo l’atmosfera e l’inquietudine che avevano fatto la fortuna sia di Session 9 che dell’Uomo senza sonno.

In una tale confusione anche il lavoro degli attori ne esce irrimediabilmente penalizzato: Hayden Christensen è completamente fuori luogo, a partire dalla sua entrata in scena, che, nonostante il genere imponga una certa elasticità di giudizio, risulta poco credibile; lo seguono un John Leguizamo bravo come al solito, ma ciononostante completamente sprecato, e una Thandie Newton perennemente sopra le righe e in preda all’isteria.
Coerente con la storia rimane solo l’assenza di quel talento che aveva imposto Brad Anderson all’attenzione del pubblico. Quello sì sembra sul serio svanito nel nulla. Speriamo solo che riesca ad uscire al più presto da questo buio che l’avvolge.


Filmografia

Codice Genesi (Albert e Allen Hughes 2010).

La città verrà distrutta all’alba (George A. Romero 1973).

The Fog (John Carpenter 1980).

The Road (John Hillcoat 2009).



Titolo: Vanishing on 7th Street
Anno: 2010
Durata: 90 min.
Origine: USA
Colore: C
Genere: Horror, Thriller
Produzione:  Herrick Entertainment, Mandalay Vision

Regia: Brad Anderson

Attori: Hayden Christensen (Luke); John Leguizamo (Paul); Thandie Newton (Rosemary); Jacob Latimore (James); Taylor Groothuis (Briana); Jordan Trovillion (Concession Girl); Arthur Cartwright (Security Guard); Neal Huff (Chicago Reporter)
Soggetto: Anthony Jaswinski
Sceneggiatura: Anthony Jaswinski
Fotografia: Uta Briesewitz
Montaggio: Jeffrey Wolf
Scenografia: Selina van den Brink
Costumi: Danielle Hollowell
Musiche: Lucas Vidal