Luca Romano

movie-die-frau-des-polizsten-s2-mask9La fragilità è la capacità dell'uomo di salvarsi dai frantumi, ma non quella di rimanere intatto. La pelle mantiene gli organi vicini, intatti, li tiene uniti ed evita che il corpo si frantumi. Il film è frantumato in milioni di pezzi, forse meno, forse 59 capitoli, forse ogni fotogramma. Ogni capitolo inizia e non cede al secondo il suo spazio, ma finisce, si conclude. In ogni capitolo c'è il frammento di una storia inenarrabile in un insieme, incomprensibile insieme. La fragilità è in ogni spazio della narrazione, è nei canti con gli occhi negli occhi degli spettatori, nella memoria che non concede il ricordo di tutte le parole. La fragilità è nel passo degli animali, nella loro morte, negli incidenti che lui fotografa, nei corpi morti a bordo strada, negli steli d'erba dell'orto improvvisato, nei lombrichi che affondano nell'acqua nell'innaffiatoio; in tutto c'è una fragilità che frantuma e salva dai frantumi.


Ed è sempre sulla pelle che ci si salva dai frantumi, le inquadrature indugiano, osano affondare nella pelle senza aprirla, le inquadrature accarezzano, soffiano una pelle dolce e bianca, una pelle che potrebbe chiedere soltanto d'esser guardata e goduta senza contatto. I lividi aprono i corpi e li lasciano lì piangere la loro esistenza. Il contrasto con la pelle iniziale è doloroso, i capitoli continuano ad aprirsi e chiudersi come se ogni pugno ed ogni urlo sia sufficiente per mostrare la debolezza, il pianto, l'incapacità del poliziotto.
Ma tutto potrebbe aprirsi e chiudersi con il pianto dei due corpi nudi, lui in posizione fetale e lei con la pelle tumefatta che rimane stesa, possente, forte. Perché la fragilità è l'unica forza possibile, ed è donna.