Cineteca

Vito Attolini

trialCom’è noto, Clarence Brown era il director prediletto di Greta Garbo, protagonista di sette fra i film della folta filmografia del regista. Brown (che a proposito della grande svedese disse di «averla sempre diretta in tono sommesso: i miei consigli non erano niente più che dei sussurri»), fu uno dei più rappresentativi cineasti della stagione d’oro hollywoodiana, quella caratterizzata dalla politica culturale dello studio system, dei cui meriti, spesso discutibili ma talvolta autentici, fu espressione significativa quanto non di rado eminente. Grande talent scout di attori, che evidentemente amava molto, nei duri anni della Depressione era solito dire, accennando al potere carismatico dei veri divi ‒ gran parte dei quali facevano parte della “scuderia” della MGM per la quale girava i suoi film e che di attori era ricco («più stelle che in cielo!» era lo slogan di questa major): «quando uno dice: lasciamo i piatti nel secchio e andiamo a vedere Joan Crawford […] vuol dire che quella è una vera star».

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