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Lei ama lui, ma lui fatica a capire che ama lei. A complicare le cose, i piani di un uomo di potere per possedere lei. Intanto, nel paese è il Caos. I Promessi Sposi vivono e lottano insieme a noi, se pur in Egitto.

 

 

 

 


Mentre i filmati in presa diretta dal Nordafrica, così attuali e veritieri, sono destinati a sbiadire negli archivi della storia, le immagini de Le Chaos, posticce e inattuali, riescono invece a resistere al tempo, come se il loro essere fuori sincrono dalla narrazione presente riesca a preservarle dalla marcescenza. Cercare nelle vicende raccontate da Chahine una precognizione delle cronache di oggi sarebbe quindi riduttivo.

Il Caos non è iscritto fra due battute temporali, in esso vi è la simultaneità di tutti i tempi, è sempre presente perché è sempre possibile; il Caos è primigenio, infiniti sono i possibili divenire che da esso possono scaturire. Non è necessaria alcuna decodificazione, i significati si danno per come sono, senza nascondersi, in superficie: e ogni rappresentazione deve essere superficiale.

Cosa di più superficiale del melodramma? Chahine non cela nulla, persino la messinscena è palese. La fotografia senza ombre, piallata, il montaggio banale, le entrate in campo a comando, la sceneggiatura in bella grafia, le inquadrature da fotoromanzo: tutti gli stilemi sono portati al limite della loro tenuta sintattica. E anche i personaggi sono così irreali da rivestire ognuno l’ipostasi iperreale di un possibile divenire di un popolo.

La maestrina castigata è difatti l’anima candida di un Egitto perduto, capace di essere aperto al mondo senza tradire se stesso. La purezza, per preservarsi, è attratta dall’Egitto ordinato, moderno, difensore della legge, che ha le fattezze del bel procuratore. Questi però deve prima liberarsi dalla malia decadente profusa da un Egitto occidentalizzato, incarnato nel corpo di una donna peccaminosa e puerile. Ma il grande ostacolo alle nozze fra purezza e ordine è dato dal potere dispotico, autoreferenziale, violento perché ottuso, che ha come propaggine un poliziotto corrotto, tanto superficiale nel suo agire da far degenerare la sua fissazione in feticismo iconolatra, talmente privo di discernimento da livellare le religioni a superstizioni fungibili tra loro. È la rappresentazione di un potere che dice «la nazione sono io» - e se a dirlo è uno sbirro o un dittatore, nel Caos è indifferente.

Tale meccanica della narrazione può essere spezzata solo attraverso un cortocircuito fra i ruoli: la maestrina deve ribellarsi, il procuratore deve riconocere la limitatezza della legge fino a metterla in discussione, il poliziotto deve soccombere per sua stessa mano.

Perché dal Caos possa essere partorita una stella danzante, è necessario il sacrificio del sangue, il suo sterile spargimento. Per dire no a un potere che ha imposto un destino di morte, un no che implica un sì che accomuna e chiama alla rivolta tutti gli uomini. La piccola storia alla Renzo e Lucia si spande sanguigna nella storia vista in grande, la storia di un popolo, come la combustione di un carrettiere, che ha fatto del suo corpo un altare su cui immolarsi, è stata la fiammella danzante partorita dal Caos nordafricano. Con un gesto individuale ci si può ribellare alle imposizioni del potere, al corso delle cose nel tempo, è possibile un’altra storia.

E quindi: "L'Historia si può veramente deffinire una guerra illustre contro il Tempo...

 

Note

1. Esordio dell’introduzione de I Promessi Sposi di A. Manzoni

 

 


 

 

Titolo: Le Chaos
Anno:
2007
Durata:
122
Origine:
EGITTO, FRANCIA
Colore:
C
Genere:
DRAMMATICO
Specifiche tecniche:
35 MM (1:1.85)
Produzione:
GABRIEL KHOURY, JEAN BREHAT, RACHID BOUCHAREB PER MISR INTERNATIONAL, IN COLLABORAZIONE CON 3B PRODUCTIONS, FRANCE 2 CINEMA

Regia:
Youssef Chahine; Khaled Youssef

Attori:
Khaled Saleh (Hatem, poliziotto); Mena Shalaby (Nour, insegnante); Youssef El Sherif (Cherif, procuratore); Hala Sedky; Hala Fakher; Amr Abdel Guélil; Ahmed Fouad Selim.
Sceneggiatura:
Nasser Abdel Rahman
Fotografia:
Ramses Marzouk
Musiche:
Yasser Abdel-Rahman
Montaggio:
Rabab Abdel Latif
Scenografia:
Hamed Hemdan
Costumi:
Monia Fath El Bab
Effetti:
Abbas Saber

 

Riconoscimenti

Reperibilità

 

http://www.youtube.com/watch?v=D031mzwuZnE

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