Uzak 45 | inverno/primavera 2024

Rapsodie

Leonardo Gregorio
16-06-2014


Murielle e Mounir. Lei è belga, insegnante, lui un marocchino accolto anni prima in Europa dal dottor André Pinget, a cui è molto legato. Sono giovani Murielle e Mounir, si innamorano, si amano, lei va a vivere da lui. La sua casa è quella del medico, sono in tre. La coppia si sposa e ha dei figli, la casa diventa più stretta, così come gli spazi di libertà di Murielle. Cambia lei, cambia Mounir, cambiano casa (ancora col dottore, da cui dipendono economicamente), ma soprattutto diventa sempre più inquietante e morbosa la presenza continua di Pinget. Mounir è sempre più succube di lui, Murielle sempre più isolata, svuotata, persa.

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Luigi Coluccio
09-06-2014


«I met my love by the gas works wall/Dreamed a dream by the old canal/Kissed a girl by the factory wall/Dirty old town/Dirty old town.»
Non dirò mai a nessuno della prima volta che andai al cinema. Del buio, della prima luce – fiat lux, e fu la luce, e fu il mio nome. Una volta, una giovane artista disse di non riuscire a vedere un film per intero nel suo scorrimento, del suo dover alzarsi, andarsene e poi tornare. Perché, come sentiva Fassbinder, «i film liberano la testa», ma imprigionano il cuore. E non voglio, non posso, che grazie a quella luce le altre ombre presenti in sala vedano la testa libera, il cuore imprigionato e il vero volto.

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Luca Romano
02-06-2014

 

men-horses-729-620x349L'immagine di un uomo la si riconosce dal profilo, dai movimenti, dalle parole. L'immagine di un cavallo la si riconosce dal profilo, dai movimenti. Se l'uomo tace e se il cavallo si ferma, l'uomo e il cavallo si ritrovano ad essere, davanti alla vita, la stessa identica cosa.

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Vanna Carlucci
26-05-2014


Esiste nel cinema di Claire Denis uno sguardo (quello della macchina da presa) che comprime i volti e i corpi, che non li lascia da subito sfiatare; esiste cioè una contrazione fisica iniziale che è tensione emotiva, a bloccare il corpo stesso, quello di un padre e di una figlia, corpi presenti che si toccano, si prendono per mano, mangiano insieme ma che ancora non hanno visto un punto di fuga, lo sfogo, un cambio di direzione (che in Trouble every day coincideva, ad esempio, con l’atto cannibale, il sapore del sangue, e qui è esigenza di ritornare alla vita reale, all’amore) e si preannuncia nell’attrito del tram che si sfrega con queste due esistenze trattenute nell’affetto famigliare, nel vuoto di un padre che ha perso sua moglie e di una figlia che gli resta amorevolmente accanto: una vita ovattata in cui l’uno protegge l’altro ma che si scortica un po,’ come la fine del giorno, quando Lionel torna a casa dopo aver osservato un cielo che fila i colori, scorrendo nella calma serale mentre lui guida un tram.

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Gianfranco Costantiello
12-05-2014


Nostalgia luzIl deserto di Atacama, in Cile, è una grande porta sul passato: il clima arido e secco favorisce il lavoro degli archeologi, mentre la trasparenza del cielo aiuta gli astronomi a sondare l'enigma dello spazio celeste. Sempre nel vasto deserto, alcune donne vanno alla ricerca di quel che resta dei corpi dei loro compagni, i desaparecidos del regime Pinochet. Patricio Guzman, con Nostalgia de la luz, film poetico e struggente, torna a raccontare il suo Paese, avvicinando il cinema alle stelle, perché, il cielo, si sa, condivide irrevocabilmente il medesimo spazio di una pellicola: il passato.

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William Dollace
05-05-2014

alt«Quel giorno, vedendo le braccia congelate del ragazzino sul sedile della macchina, avevo capito che la sfortuna era venuta a farci visita. E noi ce l’eravamo legata ben bene sotto i piedi, come un blocco di cemento. Avevamo preso la decisione in assoluto peggiore: scappare. Misi in moto la decrepita Dodge Fury ’74 di mio fratello e via».
(The Motel Life, Willy Vlautin)

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Michele Sardone
28-04-2014


Jia Zhangke raccoglie una serie di interviste ad alcuni testimoni a riguardo di eventi significativi accaduti durante gli anni delle Rivoluzione Culturale cinese. Come spazio comune viene scelta Shangai, ma le traiettorie delle diverse vicende attraversano anche Hong Kong e Taiwan.


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Diego Mondella
14-04-2014


altUn gatto parlante chiuso in gabbia scandisce il tempo di un'attesa. I suoi padroni, Sophie e Jason, hanno trenta giorni a disposizione per cambiare la propria vita di coppia. Tra ordinaria quotidianità e desiderio di voler essere qualcun altro, il destino è affidato ai poteri magici di Jason...


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Matteo Marelli
07-04-2014


alt«E il Signore Dio disse:
“Non è bene che l’uomo sia solo:
voglio fargli un aiuto che gli corrisponda”»
(Gen. 2, 18)

Lee Kang-sheng / Denis Lavant: iridescenti dioscuri protagonisti di percorsi cinematografici che ne hanno fatto incarnazioni fantasmatiche di quella che Bauman, ad esempio, definisce società dell’incertezza, o modernità liquida. Figure proteiformi che superano la logica dell’identità nel senso di una moltiplicazione dei processi di identificazione; chiamati a rappresentare «il mondo attorno […] tagliuzzato in frammenti scarsamente coordinati – abitato da -  vite […] frammentate in una serie di episodi mal collegati fra loro» (Bauman 2003, p.4).

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Nicola Curzio
31-03-2014


altAttraverso il finestrino di un’automobile in corsa, un fotografo riprende il paesaggio circostante. Le immagini del video barcollano assecondando la strada sconnessa. Apparentemente, un comune “filmino di viaggio”, un punto di vista registrato e riproducibile, un personale e privato home video. A un tratto, un gregge di pecore occupa lo spazio della ripresa; l’occhio meccanico della telecamera s’ipnotizza e quel flusso di animali si trasforma, si astrae, si stacca per divenire qualcos’altro: immagine. Prima ancora dell’immagine video/cinematografica, però, è l’atto stesso dello staccarsi, del separarsi, che qui, e altrove, nel cinema di Atom Egoyan, assume rilevanza decisiva.

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