mcelwee20-20photographic20memory295Un regista non riesce a comunicare con il figlio adolescente. Per segnare un campo in comune, tenta allora di cercare nel ragazzo un riflesso del ricordo che aveva di sé da giovane: ciò che otterrà non sarà uno specchiarsi, ma una sovrimpressione straniante. Photographic memory prende come pretesto il naturale fraintendimento che intercorre fra le generazioni per riflettere su quel legame capriccioso fra tempo e immagine che è il ricordo.

Mc Elwee cerca un sé perduto scandagliando luoghi e oggetti del passato rivisti con gli occhi del presente: sulle immagini attuali si sovraimprime quindi la voce off che narra il ricordo: ma questo si rivela essere di volta in volta impreciso, ambiguo, mendace. Lo scandaglio prosegue attraverso vecchi super 8 dell'autore, filmini pseudoamatoriali in cui riprende il padre o il figlio da bambino; alterna foto in bianco e nero scattate da giovane a filmati rubacchiati su internet al figlio adolescente. Quasi da sé viene così a comporsi un "falso" documentario su un tempo passato che elude continuamente l'intento del suo autore celandosi dietro immagini "vere" recuperate da una realtà sempre dinanzi al regista ma da questi evitata perché disattende le sue aspettative. Se il film si sottrae e ritrae, emerge allora il ritrarsi dell'autore dinanzi allo specchio dell'obiettivo: al di là dello schermo l'immagine del regista che impersona se stesso nella propria opera viene scontornata dalla nuca del suo autore nel buio della Sala Perla.