Giampiero Raganelli

young-beautifulUna giovane ragazza prende il sole in topless, su una spiaggia. Si lascia accarezzare la pelle, liscia, dai raggi del sole. Un corpo conturbante, acerbo, catalizzatore di turbamenti e perversioni, come lo era Ludivine Sagnier in Swimming Pool. Ozon ce la mostra subito attraverso una soggettiva da cannocchiale, uno sguardo voyeuristico enunciativo di quello che sarà il film. E poco dopo si scopre che a spiare la ragazza, Isabelle, è il fratellino. Ancora il regista francese esplicita quel coacervo latente di istinti incestuosi, edipici, tensioni omosessuali che si annidano dietro il perbenismo della famiglia borghese.

 

Isabelle, diciassettenne, è nel pieno di una tempesta ormonale. Sta sperimentando la trasformazione del suo corpo, la maturazione sessuale. Al mare con la famiglia frequenta un ragazzo tedesco, bello, biondo, atletico. Arriva finalmente il tanto desiderato, da Isabelle, momento della prima volta. Su una spiaggia, di notte. Lui è dolce e attento, ma Ozon indugia sul volto di lei, che rimane impassibile. Quella di Ozon è l'autopsia di una deflorazione. Da quel momento di falso idillio estivo, Isabelle non fa che consumare compulsivamente rapporti mercenari con uomini anziani in stanze d'albergo. Sotto il nome falso di Lea, che si scoprirà essere quello di sua nonna. E con un suo cliente abituale, arriva a provare anche affetto, ricambiato. Ma questi morirà improvvisamente d'infarto proprio durante un rapporto con lei.

Il fenomeno della prostituzione minorile che si genera su internet: non c'è giorno che i media non lancino moniti d'allarme in merito. Ozon lo tratta come la semplice propaggine di un mondo dove tutto è mercificato, dove ogni prestazione richiede la sua parcella. La seduta dallo psicologo come le ore della babysitter, come i baci che una compagna di classe del fratellino elargisce ai coetanei in cambio di 10 euro. E il circolo vizioso, o virtuoso, del denaro è ben evidenziato da Ozon. Una volta che Isabelle è stata scoperta, la somma ingente che lei nascondeva, in banconote sgualcite nell'armadio, verrà devoluta a un'associazione anti-prostituzione e/o impiegata per pagare le sedute dello psicologo che dovrebbe aiutarla.

Sempre pronto a cannibalizzare tutti i cliché Harmony come la prima volta sulla spiaggia fino a quello mocciano dei lucchetti sul ponte, Ozon racconta un'adolescenza torbida, come si può esprimere nel mondo contemporaneo. Il suo sguardo è quello del poeta maledetto Rimbaud, di cui viene citato un brano, «Quando hai diciassette anni non fai veramente sul serio», letto e commentato a scuola, nella classe di Isabelle. E uno dei suoi compagni nota, della poesia, che «comincia come finisce». È quella ciclicità ricercata e allusa nei film di Ozon con la loro struttura a schema (8 donne e un mistero, CinquePerDue). In questo film i segmenti, sempre contraddistinti da una canzone popolare, qui quattro motivi di Françoise Hardy, sono le stagioni, della vita, dell'amore. Pronte a ripetersi all'infinito.