Wuthering_HeightsWuthering  Heights è una folata di vento: è il ricordo che decolla a pieni polmoni e dai rami sbatte contro il vetro di una finestra. Bussa forte finchè Heatcliff non lo lascia entrare, mentre sbatte la testa contro la parete, riempiendo la superficie di tutti i sensi, di una materia sospesa, pulviscoli o immagini di un’infanzia e di una terra mai dimenticata: dissolvenza.



Andrea Arnold attraversa i campi sterminati dello Yorkshire, si sporca di terra perché dalla terra questa storia ha inizio. Eccole le brughiere impazzite dal gioco di due corpi in attrito sopra i campi: Heathcliff “ha la carnagione scura di uno zingaro”, è schiacciato dalle convenzioni del tempo, è marchiato a fuoco sulla schiena; e poi un germoglio, una primavera bianca, Cathy una “monella sfrenata”, “entrambi rozzi come selvaggi”: la loro natura è tempestosa come la campagna in cui sono nati, come il vento del nord che spira tra i capelli e che rode il viso. Questa violenta ribellione è il paesaggio che Arnold fa vibrare continuamente e poi restringe sui dettagli (il ramo che batte sul vetro, il fango e l’acqua, le ali di una farfalla che non vola). Questo senso d’aria è l’infanzia, e i due adolescenti sono (s)fusi e liberi, leggeri nonostante il fango (le regole della casa, le regole del tempo) li invada ma il vento mima il gioco a tratti violento, l’affetto che preme e si libera negli spazi aperti, nelle corse senza freni, nella presa dei corpi. Animali senza briglie: il cavallo zoppo di Heathcliff è Heathcliff; la pavoncella preferita di Cathy è Cathy e le sue piume tornano a vibrare nel cielo, sopra Heathcliff anche dopo la sua morte.
 
Questa macchina a spalla che rende reale il movimento dei prati, dei corpi, si scontra poi con l’angusto spazio domestico, cupo e freddo (la stessa mancanza d’aria che ritroviamo in Fish Tank, nelle palazzine decadenti in cui vive Mia). Storie scalfite sulle pareti, graffiti di un ritorno a casa, disegni di uccelli in volo, di nomi impressi sul legno perché resti sempre vigile la vicinanza di due esseri nati così diversi ma accomunati dalla stessa terra che li ha visti crescere, sporcarsi, e che poi li ha divisi.

La seconda parte del film sembra asciugarsi completamente dell’umido grigiore della casa, della nebbia impazzita che sfigurava i due corpi in ombre che fuggono e si nascondono al procedere asettico del reale: Heathcliff e Cathy sono cresciuti perdendo la violenta vivacità dei loro animi. Questo senso di quiete in realtà è rassegnazione e si riflette ancora una volta sull’ambiente che li circonda come se il corpo e le cose siano fatti della stessa stoffa, “la natura è all’interno” direbbe Cezanne.  Quindi nessun sussurro di vento; sembra quasi non si respiri e lei ormai adulta compare nella luce, inserita in un quadro sempreverde, una cornice, una gabbia in cui è rinchiusa una pavoncella prima libera. Lei è uno spettro, l’ossessione di Heathcliff: lui la cerca,  lui vuole la sua pace che in realtà è la pace con se stesso: la sua sete di vendetta non è (solo) contro un amore rimasto sospeso nel gioco di un tempo passato; Heathcliff ritorna a casa, trova la sua strada, si riappacifica con la propria terra, la sua natura di essere umano dal colore di pelle bruno, un animale (non) da fattoria, un cavallo zoppo (lo stesso cavallo intrappolato in un parcheggio abbandonato di Fish Tank, che Mia vorrà liberare ma che inesorabilmente morirà perché incapace di adattarsi a una realtà urbana che non le appartiene).

Il passato, il ricordo, del resto, è un tema già affrontato da Andrea Arnold in Red Road, dove la protagonista vive una mancanza d’emozioni perché legata al trauma di un ricordo che la tiene stretta, la rende vuota di vita e piena delle vite degli altri osservati incessantemente dalle lenti di decine di telecamere. Perciò esiste come un filo conduttore che lega i protagonisti dei film della Arnold in una poetica compatta, a dispetto delle dislocazioni: la ricerca del sentiero giusto, il ritorno alla vita, la speranza di trovare il passo giusto (la danza di Mia), di tornare in strada (Jackie in Red Road), di tornare a casa (Heathcliff).





Titolo: Wuthering Heights
Anno: 2011
Durata: 128
Origine: GRAN BRETAGNA
Colore: C
Genere: DRAMMATICO, SENTIMENTALE
Specifiche tecniche: 35 MM
Tratto da romanzo omonimo di Emily Brontë
Produzione: ECOSSE FILMS PRODUCTION, FILM4, UK FILM COUNCIL, GOLDCREST FILM PRODUCTION, SCREEN YORKSHIRE

Regia: Andrea  Arnold

Attori: Kaya  Scodelario (Catherine Earnshaw); James  Howson (Heathcliff); Solomon  Glave (Heathcliff giovane); Shannon  Beer (Catherine giovane); Steve Evets (Joseph); Oliver  Milburn (Mr. Linton); Paul  Hilton (Mr. Earnshaw); Simone  Jackson (Nelly); Lee  Shawn (Hindley); Amy  Wren (Frances Earnshaw); Nichola  Burley (Isabella Linton); James  Northcote (Edgar Linton); Jonathan Powell (Edgar giovane); Eve Alice Coverley Ainscough (Isabella giovane)
Soggetto: Emily  Brontë (romanzo)
Sceneggiatura: Andrea  Arnold; Olivia  Hetreed
Fotografia: Robbie Ryan
Montaggio: Nicolas Chaudeurge
Scenografia: Helen  Scott
Arredamento: Alice Norris
Costumi: Steven Noble
Effetti: Scott McIntyre; Granville Charles

 

Riconoscimenti

Reperibilità

http://www.youtube.com/watch?v=hoOuB9PAVug

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