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Pixxi De La Chasse, rampolla di una ricchissima famiglia di Los Angeles, è una giovane viziata, presuntuosa e spendacciona. A causa della sua irresponsabile condotta di vita (è stata arrestata per ben 18 volte per guida pericolosa!) viene diseredata dai genitori e, così, si vede costretta a trovare un’occupazione. Dopo aver conosciuto Arizona Gray ed Agua, i due “repo men” venuti a requisire la sua spider rosa (la ragazza non ha pagato alcune rate), anche lei decide di far parte della squadra di recuperatori della città. Il suo lavoro consiste nel recuperare i beni che la gente non può più permettersi di pagare. In breve tempo, sbaraglia la concorrenza diventando la migliore sulla piazza. Mentre è impegnata in una missione critica, su un fantomatico treno, dove deve recuperare una grossa taglia di soldi (un milione di dollari), rimane coinvolta assieme ai colleghi in un complotto terroristico.

Un gruppo di fanatici prende infatti lei e i suoi amici in ostaggio, e minaccia di far saltare Los Angeles se il Presidente degli Stati Uniti non metterà fuori legge il golf e non diventerà vegetariano. Prima che il treno imbottito di esplosivo giunga nella città californiana, Pixxi riesce a sventare l’attentato mettendo al tappeto con un pugno uno dei terroristi.

 



In un’epoca di stenti come la nostra, precaria, globalizzata e post-consumista, il concetto di “riciclo” non si impone soltanto come necessità di ordine strettamente economico per salvaguardare il funzionamento della catena biologica e per non finire di essere schiacciati dal sistema. C’è chi, infatti, in ambito artistico, lo pone a fondamento delle proprie creazioni, elevandolo finanche a categoria estetica.

Il recupero di materiali di scarto (o di rifiuto), così in auge presso la cultura postmoderna, dove “tutto si ricicla e niente si distrugge”, acquista oggi una valenza politica e sociale che va ben oltre l’accattivante logica combinatoria e ibridizzante del prodotto culturale di massa. Da questo discorso non è esente l’opera filmica, come dimostra Repo Chick, “esperimento” low-budget di Alex Cox.
L’autore britannico, la cui filmografia di “indipendente” e anarcoide è difficile da codificare ed incasellare in griglie predefinite, gioca, anzi si diverte con l’immagine. Più in generale, con la macchina cinema (e le sue soluzioni tecnologiche più estreme e bizzarre), utilizzando quest’ultima come dispositivo destrutturante.

La complessa realtà socioeconomica del territorio americano, dissestato dalla crisi, si scompone e si miniaturizza in un microcosmo giocattolo, popolato di macchine di plastica, trenini elettrici, casette, pupazzi e frammenti di rotocalco. Il regista, che ricostruisce ogni scenario in post-produzione mediante modellini (usando il computer o il green screen), immette lo spettatore in una sorta di cartone animato in alta definizione, in cui il rosa shocking è il tratto cromatico prevalente e una metropoli come Los Angeles arriva addirittura a somigliare ad un città-nano, stile Legoland.

Di fronte al fallimento del modello capitalista, con il suo consumismo sempre più sfrenato e le derivanti disuguaglianze sociali, a quello del sistema bancario e finanziario, senza più alcuna regolamentazione (vedi la piaga dei mutui e delle speculazioni), ben altra cosa è il recupero di case, macchine e altri beni reali (e non di cartapesta), visto oggi come una nuova forma di guadagno.

Guarda caso, il giro d’affari rappresentato dai pignoramenti (selvaggi) è il solo settore in crescita negli Stati Uniti, oltre a quello militare, ancor più redditizio dei prestiti che gli americani chiedono per mantenere le proprie abitazioni… . Una tipologia di introito niente affatto virtuosa, però, perché perpetrata a scapito delle fasce più deboli, i cosiddetti “nuovi poveri” del famigerato ceto medio.
Nella seconda parte del film, si assiste allo sconfinamento da satira in “farsa ideologica”. Senza dimenticare una buona dose di paranoia, inscritta nel Dna della cultura politica americana. Tutto ciò accade quando entra in scena lo stravagante “commando” di eco-terroristi che pretende di distruggere tutti i campi da golf, ritenuti altamente inquinanti per l’ambiente, proprio grazie a quelle Armi di Distruzione di Massa (in realtà sono bombe dell’ex e Sovietica!) su cui Bush ha edificato la sua retorica guerrafondaia contro il fondamentalismo islamico.

A proposito, ma il suo successore Obama (il cui motto “Hope” campeggia ironicamente nei poster dell’eroina di Repo Chick) non aveva promesso durante la campagna elettorale di puntare sulle forme di energia rinnovabile? Il riciclaggio, nel senso più ampio del termine, può allora costituire un volano per un modello di sviluppo sostenibile, o meglio ancora, per un nuovo corso economico? Oppure, rimane solo l’utopia residuale di un pianeta che si sta lentamente auto-annullando?
Dietro la confezione apparentemente frivola, ultra colorata e comico-fumettistica, Cox lascia intravedere i segni di un inevitabile Declino dell’Impero Americano, già in opera da prima della recessione. Pixxi De La Chasse non è solamente la “figlioccia” svampita e vanesia di Otto Maddox, il punk californiano protagonista di Repo Man (1984).

Ma è anche l’icona di uno pseudo (pop)star-system, forgiato sul dominante modello televisivo del reality-show, in cui il cinismo della celebrità e la dittatura mediatica dell’apparenza finiscono per generare mostri: mentre lei diventa una famosa repo girl e le sue imprese vengono trasmesse in diretta da una tv a circuito chiuso in un lussuoso hotel di Dubai, i suoi genitori si ritrovano a fare la fame come i barboni!
A 25 anni di distanza dal primo capitolo della “saga dei recuperatori”, il contesto appare così radicalmente mutato da imporre delle necessarie variazioni. L’ormai datata controcultura punk¹ e new wave, con i suoi eccessi, i suoi idoli alternativi («Il mondo è diventato fluorescente» - recitavano gli X-ray Spex nel 1978) e l’esplosivo amalgama di recupero ed inventiva, si riduce allora a un semplice “arredo” scenografico. Mentre la suggestione tipicamente anni Ottanta della fantascienza (alieni, Guerra Fredda, esperimenti scientifici, etc… ) rivive sottoforma di nostalgia nel personaggio dello professore pazzo, simil nazista e impiegato al Pentagono, interpretato dallo stesso regista.

Cox, col suo sguardo ancora una volta eccentrico ed irriverente (probabilmente paragonabile solo a quello di un outsider della parodia e della derisione come John Waters), configura un prototipo di società contemporanea sempre più onnivora e vampiresca, in cui le infinite propaggini della crisi economica non ci è dato sapere quanto ancora dureranno.

 

 

¹ Ricordiamo che gli artisti appartenenti a questo movimento culturale creavano senza mai preoccuparsi di sapere se le loro opere potevano rientrare o no in qualche tipo di canone prestabilito, in quanto vi si opponevano, né tanto meno per raggiungere un certo pubblico. La libertà assoluta di espressione, che li costringeva a spingersi sempre più oltre per rovesciare i valori della società patriarcale e andare contro l’ordine stabilito, trascolora oggi in un pallido e modaiolo conformismo.

 

 


 

 

Titolo: Repo Chick
Anno: 2009
Durata: 90
Origine: USA, GRAN BRETAGNA, GERMANIA
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: HD, RED ONE CAMERA
Produzione: REPO CHIC LLC, DEFILM, PAPER STREET FILMS

Regia: Alex  Cox    

Attori: Jaclyn  Jonet (Pixxi, "Repo Chick"); Miguel  Sandoval (Arizona Gray); Del  Zamora (Lorenzo); Chloe  Webb (Sorella Duncan); Xander  Berkeley     (Aldrich De La Chasse); Rosanna  Arquette (Lola); Robert  Beltran (Aguas); Karen  Black     (Zia de la Chasse); Zahn  McClarnon (Savage Dave); Jenna  Zablocki (Eggi); Danny  Arroyo (Sixsixsix); Jennifer  Balgobin (Nevavda); Eddie  Velez (Justice 'Two-Strikes' Espinoza); Frances  Bay (Nonna De La Chasse); Bennet  Guillory     (Rogers); Alex  Cox (Professore); Zander  Schloss (Dottore).
Sceneggiatura: Alex  Cox    
Fotografia: Steven  Fierberg    
Musiche: Pray for Rain (Dan Wool)
Montaggio: Alex  Cox    
Scenografia: Nicolas  Plotquin    
Costumi: Alexis  Scott    
Effetti: Collateral Image

 

Reperibilità

 

http://www.youtube.com/watch?v=iK9hzoong64

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