Durante gli anni della guerra in Corea, gli ufficiali della RAF Bill e Percy rimangono in patria nel campo d'addestramento per formare le nuove reclute. Tra soprusi e minacce dei propri superiori, impareranno quanto può essere dura la vita militare anche senza stare in trincea.



 

«Forse la giovinezza è solo questo
perenne amare i sensi e non pentirsi».
(Sandro Penna)

«Dimentica l'impossibile... prendi quello che puoi».

Una storia sull'amicizia, la giovinezza, la guerra (solo sullo sfondo) come non se ne raccontano più. Un romanzo per immagini d'altri tempi denso di di ribellione e di false speranze. Dell'epoca di Jack London, forse... e allora ci viene in mente quell'insuperabile modello di Bildungsroman che è stato il Martin Eden.
Siamo all'inizio degli anni Cinquanta e i due diciottenni protagonisti (gli ottimi Cullum Turner e Caleb Landry Jones) anziché partire per il fronte come soldati in prima linea vengono promossi a sergenti istruttori per insegnare a scrivere a macchina alle reclute. Ironia della sorte. Insomma, non combatteranno nessuna guerra «immorale», eppure gli effetti traumatici delle bombe sono palpabili e se ne rende conto Bill quando visita l'ospedale militare dei reduci. In fondo, pur avendo superato frustranti prove psicologiche di sopravvivenza, lui si è salvato. (Come anche il suo irruento compagno “faccia da schiaffi” Percy, che al massimo sconterà qualche mese di prigione per una futile bravata).

Ma siamo sicuri che Queen and Country sia solo questo? No. L'ultimo film di John Boorman è soprattutto una dichiarazione d'amore. L'Amore pulsa, trionfa, in ogni fotogramma, ed è declinato in innumerevoli forme e con diverse tonalità che virano dal farsesco al malinconico, dal drammatico al ridicolo.
C'è l'amore orgoglioso e fanatico per il proprio Paese e per l'istituzione suprema che lo incarna: sua maestà “The Queen” (la diretta televisiva dell'incoronazione di Elisabetta II è un must che attira e seduce l'intera famiglia di Bill e in cui si celebra il potere tutto britannico della Tradizione). L'amore ossessivo, e finanche patologico, per la divisa dell'esercito e per la sua disciplina, di cui ne è vittima il tirannico sergente maggiore Bradley (arriva ad accusare i suoi sottoposti di “muta insolenza” e a retrocedere il lavativo ufficiale Redmond a cameriere!).
E poi, l'amore cameratesco dei compagni di corso, quello avventuriero consumato nelle ore di libera uscita, quello platonico per una misteriosa “dea” senza nome dagli occhi tristi e dall'animo tormentato (Bill prima ancora che del suo portamento regale si innamora del suo collo). E, ancora, quello che fu, di cui rimane solo l'immagine di un saluto scambiato quotidianamente con l'altra sponda del fiume.

Infine, non meno nostalgico, c'è l'amore imperituro per il Cinema. Per le sue parabole (di vita), per i suoi movimenti, per le sue infinite ripetizioni. L'affettuoso inno alla Settima Arte non rivive soltanto attraverso l'omaggio alla slapstick comedy e alle citazioni di alcuni classici: Casablanca, Delitto per delitto, Rashomon, Viale del tramonto. C'è ad esempio la cartolina della star-icona Jane Russell, su cui fantasticano i militari tra una sigaretta e l'altra, e poi la casa di campagna di Bill su un'isola in mezzo al Tamigi chiamata “La Sfinge”, che assomiglia ad una vera e propria location cinematografica, un luogo idilliaco che non a caso si trova vicino ai famosi Shepperton Studios.
Come in un lungo e interminabile abbraccio Boorman avvolge e conquista la sua preda preferita, la sua eroina, la sua “donna” menzognera e ammaliatrice. Cosa c'è di più illusorio del mezzo cinematografico? Ciò che ci sembra vero è pura finzione, nient'altro che un colossale fake. L'apertura e l'epilogo del film ce lo confermano. Bill, intento a nuotare in uno specchio d'acqua verde smeraldo che ne esalta l'innocenza e la verginità, è convinto di assistere ad un omicidio in diretta: la fucilazione di un soldato con tanto di successiva caduta nel fiume. Mentre, in realtà, si tratta soltanto di una scena di una pellicola, replicata ad oltranza fino al miglior ciak.

E nell'ultima sequenza, il ragazzo, questa volta in veste di regista (sarà la sua futura “arma” al posto del fucile?), riprende la fidanzata Sophie mentre annega nel fiume, salvo poi scoprire che si tratta di uno scherzo. L'immagine finale è quella dei due fidanzati che si baciano e si immergono sott'acqua sottraendosi così all'obiettivo della cinepresa che continua a filmare. Nel mondo-cinema (autobiografico) di Boorman forse solo l'amore è vero. Amore & risate.





Titolo: Queen and Country
Anno: 2014
Durata: 115
Origine: GRAN BRETAGNA, IRLANDA, FRANCIA, ROMANIA
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: (1:1.85)
Produzione: KIERAN CORRIGAN, JOHN BOORMAN PER MERLIN FILMS

Regia: John Boorman

Attori: Callum Turner (Bill Rohan); Caleb Landry Jones (Percy Hapgood); Pat Shortt (Soldato Redmond); David Thewlis (Sergente Maggiore Bradley); Richard E. Grant (Maggiore Cross); Tamsin Egerton (Ophelia); Vanessa Kirby (Dawn Rohan); Aimeé-Ffion Edwards (Sophie Adams); Brían F. O'Byrne (RSM Digby); Sinéad Cusack (Grace Rohan); David Hayman (Clive Rohan).
Sceneggiatura: John Boorman
Fotografia: Seamus Deasy
Musiche: Stephen McKeon
Montaggio: Ron Davis
Scenografia: Anthony Pratt
Arredamento: Aziza Burada, Katya Guy
Costumi: Maeve Paterson
Effetti: Lucian Iordache, Bogdan Lazar


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