socialism2Il titolo didascalico (Film Socialisme) funge già da sinossi, come il prenome del suo regista è meglio reso nella contrazione (JLG) di un impronunciabile esistenza. La costruzione di una sinfonia in tre momenti riporta rispettivamente tre diversi punti di vista, magnificando la funzione straniante e straordinaria del cinema che consente di vedere con i propri occhi la visione di un altro, negando la visione: il mondo visto dal ponte luccicante da una nave da crociera, un’arca fantasma che conserva un campione di varia umanità; lo sguardo dei figli proiettati nel fuori campo di un futuro che non si dà; la tragedia greca che si ripete e si intreccia alle leggende rivoluzionarie della modernità. Il trailer riassume in 4m e 29s la sintesi di 1h e 45m di Storia della specie. Svanita l’immagine nel buco nero dello schermo, comincia l’azione (come da Principio).



«Uno spettro si aggira per l’Europa».
K. Marx


Partiamo da ciò che non è: Film Socialisme non è cinema.
Da una parte, l’ultimo film di JLG, nella sintesi assoluta del suo trailer, è l’accumulo esasperato di citazioni, spazi, tempi che si dilatano, oceani che si riflettono in deserti in una vorticosa iperproduzione di immagini.
Dall’altra, il socialismo è lo sfondo leggendario sul quale si avvicenda il moto perpetuo delle magnifiche sorti di una umanità alla deriva.

Film Socialisme dunque non è, o se è, somiglia all’Histoire di un’origine che si contorce su sé stessa, scorticando la matassa degli eventi, approssimandosi a una fine ineluttabile che non può essere detta ma solamente mostrata, nelle estreme varianti del possibile, come la forma stessa delle cose.
Il linguaggio diventa citazione, la citazione geometria e cioè montaggio di sgranature. La somma accellerata del vuoto è la quadratura del cerchio, la sintesi perfetta della dialettica, l’unico metodo per la descrizione possibile della realtà in decomposizione.

Il socialismo si dà come il film dell’origine della specie, l’age d’or che l’umanità sta guardando nel tempo della fine del mondo quando, scaduto il sogno della riproducibilità tecnica che l’avrebbe risarcita dalle mortali fatiche della sopravvivenza, non resta che smettere di parlare. Alle voci fuori campo dell’uomo e della donna che hanno dato origine all’umanità è affidata la constatazione della mancanza di realtà nella realtà: tanto vale continuare a inventare i nomi delle cose dal momento che “non c’è nulla di più comodo di un testo”. Basta che le lettere di un alfabeto babelico scorrano sulla superficie piana dello schermo nero per rendere “giusto un’immagine”, l’immagine del vuoto che amplifica il dis-corso nella iperbolica accumulazione del messaggio scarnificato, ridotto all’essenziale quindi al movimento isterico della catastrofe. Il sonoro riproduce fedelmente questi abissi di significato semplicemente scomparendo e lasciando tracce di sé solo nelle scarne didascalie, negli echi ruvidi del tedesco, in qualche canzonetta italiana o nell’avvicendarsi delle onde.

Lo spettro che si aggira per l’Europa è quello di una giovane generazione sapiente di tutti i tempi che l’hanno preceduta e di tutti gli spazi che, dall’Egitto alla Palestina da Napoli a Barcellona, deve attraversare, scorrendo in una consistenza fantastica, di sogno, sopra i morti persi tra le psichedelie di una nave da crociera per “liberare e federare la nostra umanità”, per manifestare l’unico programma possibile: “avere vent’anni, avere ragione”.
Il materialismo estetico della forma pura è sostituito dal materialismo eretico della visione di un piccolo Edipo marxista scampato all’ultima beffa rivoluzionaria in tempo per affermare che si può solo mostrare il possibile, nella esposizione tragica di un corpo senza parole, in luogo dell’unica impossibile dichiarazione: no comment.





Titolo: Film Socialisme
Anno: 2010
Altri titoli: Socialism
Durata: 102
Origine: FRANCIA, SVIZZERA
Colore: C
Genere: SPERIMENTALE
Specifiche tecniche: (1:1.78)
Produzione: VEGA FILM, WILD BUNCH, OFFICE FÉDÉRAL DE LA CULTURE, TSR, LA VILLE DE GENÈVE, SUISSIMAGE, FONDATION VAUDOISE, FONDS REGIO FILMS

Regia: Jean-Luc Godard

Attori: Catherine Tanvier (madre); Christian Sinniger (padre); Jean-Marc Stehlé (Otto Goldberg); Patti Smith; Robert Maloubier; Elisabeth Vitali; Alain Badiou; Louma Sanbar; Maurice Sarfati; Nadège Beausson-Diagne; Quentin Grosset; Lenny Kaye; Olga Riazanova; Eye Haidara; Gulliver Hecq; Marine Battaggia; Marie-Christine Bergier; Dominique Devals; Elias Sanbar; Agatha Couture; Mathias Domahidy; Dominique Reynié; Bernard Maris.
Sceneggiatura: Jean-Luc Godard con citazioni da: Hannah Arendt, Walter Benjamin, Léon Brunschvicg, Jean-Paul Curnier, Jacques Derrida, Roland Dubillard, Jean Giraudoux, Jean-Paul Sartre, Jean Tardieu, Otto von Bismarck.

Riconoscimenti

Reperibilità

http://www.youtube.com/watch?v=9pdS8jEYzU4

Tags: