bach1Die Stille vor Bach è un invito a riconsiderare cosa possa oggi significare essere e sentirsi europei al di là delle contingenze economico-finanziare. Uno sguardo sulle profonde relazioni tra immagine e musica, e su come quest’ultima possa diventare patrimonio condiviso attorno al quale tornare a riflettere sul senso di "sentire comune".



«Se c'è qualcuno che deve tutto a Bach è proprio Dio»

(Emil Cioran)

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L’attuale pubblico dibattito è segnato dall’assenza di qualsiasi serio tentativo di pensare un’Europa politica. La politica è diventata finanziarizzata mentre le economie sono state privatizzate. Il neoliberismo – l’assurdo concetto di un governo economico basato unicamente sul mercato e sulla propria capacità di auto-regolarsi – è alla base della grande illusione di un’Europa senza leadership. Nonostante l’evidente inefficacia, questo sistema attraversa la crisi senza perdere la sua egemonia. Non c’è una soggettività alternativa disposta a mettere seriamente in discussione l’immutabilità del paradigma liberista e l’intoccabilità della finanza.
L’Europa necessita di una rivoluzione che sia prima di tutto culturale, capace d’innescare un reale ribaltamento di valori, che si dissoci dalla sottomissione alla visione economica. La cultura non può essere solo uno sfogo dopolavoristico. Può e deve tornare a essere l’ambito di una riflessione sul senso della propria esistenza, capace d’accendere processi di elaborazione pubblici e condivisi.

Per questo ci sembra doveroso confrontarci con Die Stille vor Bach di Pere Portabella, un film che è possibile leggersi nei termini di un manifesto di europeismo, che sottende una volontà di unità culturale. Europea è la sua nazionalità perché l'Europa rappresenta il campo affettivo, simbolico, storico e politico su cui si fonda: è il palcoscenico in cui ha luogo. A Portabella interessa interrogarsi sulla persistenza della memoria dell’arte. Sguinzaglia la sua macchina da presa in giro per il Vecchio Continente, pedinando musicisti di professione, gente comune, alla ricerca di un’essenza condivisa, di una sorta di "sentire comune", riguardo alla musica di Bach, e per estensione all’arte in generale.

Se il più straordinario Bach della storia del cinema è quello regalatoci da Jean-Marie Straub e Danièle Huillet con il loro Chronik der Anna Magdalena Bach, «opera di esemplare compiutezza stilistica dove la tensione formale è altissima e totalmente fusa in tensione morale» (Micciché), è Portabella ad attualizzarlo, confermandone il valore di patrimonio culturale dell'umanità.

Die Stille vor Bach poggia su una struttura architettonica preesistente: le composizioni di Bach a cui si aggiungono due sonate di Mendelssohn ed uno studio di Ligety. La musica non è semplice sottolineatura dell'immagine, ma soggetto paritetico all'interno del racconto. Il regista, contro le più solide e affermate tradizioni del cinema, fa della partitura musicale non più sfondo, commento, accompagnamento, ma sostanza stessa del film. Un ribaltamento delle consolidate gerarchie rintracciabile anche nella scelta di Portabella di aver voluto dare maggior risalto all’esecuzione, alla "riscrittura" soggettiva della musica di Bach, quella che viene "dal basso" e di fatto costituisce la più limpida dimostrazione dell’universalità dell’opera del compositore, così assoluta e diffusa da poter essere eseguita su qualunque strumento e da qualunque persona; che sia un’armonica a bocca, un fagotto, un coro di voci bianche o anche l’invisibile pianista dello strumento a rullo. Tutto il film è girato in presa diretta, il regista filma le esecuzioni dei brani per intero, proprio per sottolineare come la musica si concretizzi nell’atto supremo dell’esecuzione, e come questa, a sua volta, sia il risultato dello sforzo e del virtuosismo del musicista fuso alla tecnica e alla fisicità dei diversi strumenti.


Il film è intenzionalmente costruito su quadri-vicenda; in Die Stille vor Bach non c'è una storia lineare: come sempre accade nel cinema di Portabella, il film procede attraverso sequenze senza altra relazione causale che non sia quella attribuita dallo spettatore, il destinatario ultimo. Come detto, in corso d’opera, dallo stesso Bach, quando introduce a Johann G. Goldberg le variazioni commissionategli, «l'andamento incerto del tema è compensato da una profonda struttura armonica». È lo spettatore ad essere chiamato a dare unità interna a un racconto solo apparentemente sfilacciato.

È da questa iconoclastia formale che si capisce perché Ezequiel Schmoller ha definito Portabella «un cineasta punk». Proprio per la capacità che ha di mettere in evidenza, destrutturare e distruggere forme, meccanismi e discorsi mentre inquadra con virtuosismo matematico. Pere Portabella persegue con pervicacia un’idea di cinema indipendente, "colto", scevro da compromessi con il mercato, capace di fare di necessità virtù. Del resto «la miseria è la fattrice di tutti gli apici estetici: immagina la compitezza nel parziale, la soddisfazione nella privazione, congiunge il dettaglio che c’è all’organicità che è assente, fornisce il testo al contesto» (Busi 2008, p.106).

- Musiche eseguite in presa diretta durante le riprese –

•    Aria mit verschiedenen Veranderungen. Goldberg Variationen (BWV 988)
Autore: JOHANN SEBASTIAN BACH
•    Variatio 1 a 1 Clav.- Goldberg Variationen (BWV 988)
Autore: JOHANN SEBASTIAN BACH
•    Variatio 2 a 1 Clav. Goldberg Variationen (BWV 988)
Autore: JOHANN SEBASTIAN BACH
Interprete: Antonio Serrano, Armonica a bocca
•    Präludium und Fuge a-moll (BWV 543)
Autore: JOHANN SEBASTIAN BACH
Interprete: Christian Brembeck, Organo
•    Variatio 23 a 2 Clav. Goldberg Variationen (BWV 988)
Autore: JOHANN SEBASTIAN BACH
Interprete: Christian Brembeck, Clavicembalo
•    Präludium Suite für Violoncello solo Nr. 1 in G-dur (BWV 1007)
Autore: JOHANN SEBASTIAN BACH
Coordinatore violoncellisti: Lito Iglesias
•    Präludium C-dur/C-major – Das Wohltemperiete Klavier 1 Teil (BWV 846)
Autore: JOHANN SEBASTIAN BACH
Interprete: Ferran Ruiz, Clavicembalo
•    Das Wohltemperiete Klavier Fuga 24 (BWV 869)
Autore: JOHANN SEBASTIAN BACH
Interprete: Christian Brembeck, Clavicembalo
•    Lieder ohne Worte op. 19 Nr. 1 E-dur
Autore: FELIX MENDELSSOHN
Interprete: Daniel Ligorio, Pianoforte
•    Auf flügeln des Gesanges heine Op 34, Nr. 2
Autore: FELIX MENDELSSOHN
Testo: Xavier Albertí
Interprete: Claudia Schneider, voce
•    Jesu, meine Fraude – Die Motetten (BWV 227)
Autore: JOHANN SEBASTIAN BACH
Interpreti: Thomanechor Leipzig
Direttore: Georg C. Biller
•    Sarabande für Violoncello solo Nr. 5 in C-moll (BWV 1011)
Autore: JOHANN SEBASTIAN BACH
Interprete: Georgina Cardona
•    Variatio 7 a 1 ô vero 2 Clav. Goldberg Variationen (BWV 988)
Autore: JOHANN SEBASTIAN BACH
Interpreti: Àlex Brendemühl, gli studenti del Conservatorio di Torrent
Coordinatore pianisti: Inma García Soria.
•    Aria Schlummert ein, ihr Matten Augen. Cantata Nr. 82 Ich abe Genug (BWV 82)
Autore: JOHANN SEBASTIAN BACH
Interprete: Àlex Brendemühl, Fagotti
•    Variatio 28 a 2 Clav. 28. Goldberg Variationen (BWV 988)
Autore: JOHANN SEBASTIAN BACH
Interprete: Daniel Ligorio, Piano
•    Fantasie und Fuge G-moll (BWV 542)
Autore: JOHANN SEBASTIAN BACH


Bibliografia:
Busi A. (2008): Sodomie in corpo 11. Non viaggio, non sesso e scrittura, Mondadori, Milano.





Titolo: Die Stille vor Bach (Il silenzio prima di Bach)
Anno: 2007
Durata: 102
Origine: SPAGNA
Colore: C
Genere: MUSICALE
Specifiche tecniche: ARRIFLEX, 35 MM (1:1.85) - DE LUXE
Produzione: FILMS 59

Regia: Pere Portabella

Attori: Christian Brembeck (J.S. Bach); Daniel Ligorio (Felix Mendelssohn); Àxel Brendemühl (Camionista); Féodor Atkine (Venditore di pianoforti); Fanny Silvestre (Anna Magdalene Bach); Ferran Ruiz (Figlio di Bach); Mariona Solanas (Figlia di Bach); Jens Wittwer (Primogenito di Bach); Lina Lambert (Madre di Mendelssohn); Jordi Llordella (Amico di Mendelssohn); Christian Atanasiu (Maggiordomo); Georgina Cardona (Violoncellista); Antonio  Serrano; Johanes Zametzer (Macellaio); Jaume Melendres (Libraio); Georg C. Biler (Cantore); Daniela Wick (Discendente di Bach).
Sceneggiatura: Pere Portabella; Carles Santos; Xavier Albertí
Fotografia: Tomás Pladevall
Musiche: Johann Sebastian Bach; Felix Mendelsshon; Gyorgi Ligeti
Montaggio: Òskar Xabier Gómez
Scenografia: Quim Roy
Costumi: Montse Figueras

Riconoscimenti

http://www.youtube.com/watch?v=LEygQQ-T3xw

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